REDAZIONE MILANO

Alla ricerca di Manzoni e della nostra città

Milano, una grande metropoli e come l’arte sa raccontarla: dagli illustri protagonisti di ieri a quelli di oggi .

Alla ricerca di Manzoni e della nostra città

Anche quest’anno, come sempre da quando siamo alla scuola Primaria, la nostra maestra dedica un po’ di tempo ogni giorno alla lettura e noi ascoltiamo le storie che sceglie. Quest’anno ha deciso che fossimo pronti per ascoltare una storia da grandi, di quelle che si leggono alle Superiori: “I promessi sposi”, proprio il romanzo scritto da Alessandro Manzoni. È questo il motivo per il quale in gennaio siamo andati a vedere la sua casa. Noi viviamo a Milano, quindi ci è bastato prendere la metropolitana e siamo arrivati in Duomo, e passo dopo passo siamo arrivati a casa di Manzoni.

La facciata ha due colori molto eleganti: il bianco e l’arancione ed è molto antica!

La guida ci ha mostrato il cortile interno e ci ha raccontato che il valore della casa era così alto che Manzoni ha dovuto vendere la casa ereditata dal padre per pagare un pezzo della nuova.

Siamo entrati nel suo studio e ci siamo meravigliati della sua bellezza: soffitto in legno a cassettoni, un mare di libri, un’atmosfera cupa, i suoi oggetti e le poltrone antiche su cui aveva ospitato addirittura il Re d’Italia.

Certo che Manzoni era proprio importante! Aveva anche la passione per il giardinaggio e ogni giorno, a delle specifiche ore, si faceva una bella passeggiata per la sua Milano, che poi è anche la nostra!

Era timido e freddoloso: aveva stufa e camino nel suo studio.

Portava sempre con sé una tabacchiera che annusava per svegliarsi un po’ perché il tabacco aveva un odore forte. Amava il cioccolato, era un golosone. Gli piaceva perché quando era piccolo suo nonno gliene aveva dato un pezzo e quella era anche l’unica volta che lo aveva visto.

Alessandro Manzoni aveva sposato due donne e con la prima aveva avuto addirittura 10 figli; rimasto vedovo sposò la seconda che lo aiutò molto nella pubblicazione de “I promessi sposi”.

Il libro fu un successone, ma il nostro scrittore non era pienamente soddisfatto e decise di correggerlo usando meglio la lingua italiana e facendolo diventare un libro per tutti.

Una buona parte della storia del romanzo si svolge proprio a Milano. Questo ci fa capire che viviamo in una città importante anche se per noi è “solo” la nostra città. Ma allora sono gli occhi di chi guarda a fare la differenza e a trasformare le cose in arte!

Andando poi in Biblioteca abbiamo scoperto che c’è un altro modo di raccontare Milano: attraverso le fotografie! Questa volta però l’artista abbiamo la fortuna di conoscerlo, è Ricardo, un professore delle Scuole Medie che però è anche un po’ il nostro maestro. Si chiama Ricardo Berardinelli e scatta foto bellissime ed è proprio per questo che vogliamo fargli un’intervista. La mostra si chiama “Abbandono e Rinascita”, e sono scatti fatti durante il triste periodo del Covid.