ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Allarme povertà alimentare: richieste d’aiuto raddoppiate

Indagine di Action Aid in collaborazione con quattro realtà del Milanese "Un fenomeno che va oltre il bisogno materiale. I buoni spesa non bastano"

Actionaid

Milano, 20 ottobre 2021 - Ha il volto di donna la povertà alimentare in Italia. E sono loro a testimoniare come sia cresciuta dall’inizio della pandemia: prime a saltare pasti per permettere ai figli e al resto della famiglia di mangiare, prime a rivolgersi ai centri di assistenza per chiedere aiuto e ad affrontare la vergogna e lo stigma sociale. È quanto emerge nel rapporto ActionAid “La fame non raccontata“, un’indagine svolta in collaborazione con Centro Servizi per il Volontariato di Milano in 4 Comuni della città metropolitana per raccontare cosa significano la povertà alimentare e le sue conseguenze con il Covid.

Le quattro realtà coinvolte sono La Speranza di Corsico, La Rotonda di Baranzate, Fondazione Progetto Arca/Bottega Solidale di Rozzano, Il Torpedone di Cinisello. Attraverso interviste a chi si rivolge agli enti di assistenza emerge l’impatto e l’identikit della povertà alimentare e gli effetti prodotti dalla pandemia. L’emergenza si è allargata nel corso del 2020, come dimostra l’aumento delle richieste di aiuto alle 4 associazioni: erano 2.024 le persone aiutate (671 famiglie) del 2019 e sono diventate 3.957 nel 2020 (1151 famiglie) con una crescita del +95%. Il 63% degli intervistati si è rivolto al centro di assistenza prima della pandemia e il 37% durante la pandemia. Si tratta di persone che avevano una disponibilità economica limitata già prima del Covid e che sono scivolate nella povertà alimentare, che non significa solo mancanza di cibo, ma di alimenti di qualità e salutari, e possibilità di scelta. Le donne sono l’81% delle persone intervistate. Le famiglie straniere sono il 60% del campione. Oltre il 20% ha dichiarato di aver perso il lavoro durante la pandemia e molte altre famiglie di aver visto ridurre significativamente le ore di lavoro. Tanta anche la difficoltà a fare la spesa, viene data priorità all’affitto e alle bollette a discapito del cibo che diventa quasi un bene secondario.

A sostenere il disagio dei nuclei famigliari (il 50% del campione) le forme di sussidio statale: il 37% degli intervistati riceve il reddito di cittadinanza, il 19% la Naspi, il 7% è in cassa integrazione, il 4% un sussidio di disoccupazione, il 4% assegni o indennità di accompagnamento, l’11% invalidità civile ed il 30% ha confermato di ricevere altri tipi di sussidi. "La povertà alimentare è un fenomeno che va ben oltre il solo bisogno materiale e riguarda aspetti sensibili della vita di ognuno – spiega Roberto Sensi, Policy Advisor Global Inequality ActionAid Italia – Il contrasto non può passare solamente attraverso misure di natura emergenziale come è stato per i buoni spesa erogati negli ultimi diciotto mesi. Servono politiche di contrasto più efficaci come, ad esempio, rafforzare gli interventi di sostegno al reddito in modo che garantiscano alle famiglie in difficoltà l’accesso a un cibo adeguato sotto il profilo socio-culturale e nutrizionale". ActionAid dallo scoppio della pandemia si è attivata a Corsico e Napoli per la distribuzione dei beni alimentari e sostenendo il Coordinamento Aurora per l’emergenza Covid a Torino. Ancora oggi con La speranza di Corsico aiuta oltre 350 famiglie, circa 1200 persone.