REDAZIONE MILANO

Alloggi Pat, la protesta: "Le udienze in Tribunale continuano ad agosto. Basta sfrattare inquilini"

Sul piede di guerra sindacati e residenti davanti a Palazzo di Giustizia "Grazie alla mobilitazione, rinviati 9 provvedimenti. Ora trovare soluzioni".

La protesta davanti al Tribunale degli inquilini del Pio Albergo Trivulzio

La protesta davanti al Tribunale degli inquilini del Pio Albergo Trivulzio

di Marianna Vazzana

MILANO

Mobilitazione d’agosto per evitare gli sfratti dai palazzi del Pio Albergo Trivulzio. I sindacati inquilini tornano sul piede di guerra, stavolta davanti a Palazzo di Giustizia: ieri alle 8.30 hanno sventolato striscioni ribadendo le loro richieste, in primis "la sospensione di tutti gli sfratti e l’apertura di un reale confronto fra istituzioni (Comune e Regione) e sindacati e inquilini per individuare soluzioni alternative alla cessione del patrimonio al fondo immobiliare" gestito da Invimit Sgr, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia. Ieri era in programma l’udienza per convalidare lo sfratto di un inquilino 64enne, al centro della protesta davanti al Tribunale, "in più c’erano altri 8 inquilini Pat con atti di sfratto, tutti per finita locazione. Per fortuna, i procedimenti sono stati rinviati al 5 novembre. E si aggiungono ad altri 6 rinvii, per i quali ci eravamo attivati all’inizio del mese", spiega Giovanni Carenza, referente di Unione Inquilini, in piazza insieme a Sunia, Sicet e il Coordinamento dei comitati inquilini del Pat. Al loro fianco anche alcuni consiglieri comunali, tra cui Federico Bottelli e Alessandro Giungi (Pd).

Nel limbo ci sono oltre 900 alloggi, di cui 764 a Milano "che benefattori – rimarcano i sindacati – hanno voluto trasformare in case a prezzi calmierati per i lavoratori. Ora gli alloggi solo in parte sono locati alle famiglie: molti sono affittati a società che gestiscono affitti temporanei o sono vuoti. Tutto questo è inaccettabile". Da mesi sindacati e inquilini si rivolgono al commissario del Pat Francesco Paolo Tronca chiedendo di arrivare al blocco degli sfratti, di rinnovare l’accordo sugli alloggi a canone concordato scaduto nel 2020 e di abbandonare il progetto di conferire il patrimonio immobiliare al fondo gestito da Invimit per risanare i conti della Baggina. Carenza aggiunge che "noi tuteliamo gli inquilini con reddito medio-basso e che hanno fragilità, non certo i “vip“". Riferendosi a chi è finito sotto i riflettori per il fatto di vivere in alloggi Pat a prezzi bassissimi, in pieno centro. Tra loro, il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta ma anche Pier Filippo Giuggioli, presidente provinciale dell’Unione dei piccoli proprietari immobiliari, e altri. Anche se alcuni di loro, quando un mese fa è emerso il caso, hanno spiegato di aver versato negli anni, oltre al canone, decine di migliaia di euro di spese e di essersi accollati "qualsiasi cosa", pure il cambio delle persiane.

Sindacati e inquilini ora non abbassano la guardia, "perché malgrado le rassicurazioni di Tronca di una commissione congiunta di Regione Lombardia dello scorso 18 luglio, che aveva affermato non fosse in atto alcuna procedura di esecutività, nel mese di agosto diversi inquilini sono stati invitati a comparire in tribunale per convalidare lo sfratto". Sfratti "per finita locazione e non per morosità, per i quali abbiamo comunque chiesto una valutazione caso per caso", conclude Carenza.

Tra le richieste, infine: la pubblicizzazione dell’intero piano di risanamento dell’ente e degli atti amministrativi adottati dal Pat per la gestione del patrimonio e del rapporto con Invimit; il rinnovo dell’accordo sindacale sui canoni concordati e, più in generale, l’avvio immediato di una trattativa sul rinnovo di tutti i contratti di locazione; l’interruzione delle cessioni di alloggi a favore delle società che gestiscono gli affitti temporanei e l’assegnazione di tutte le unità abitative sfitte con criteri sociali.