GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Case popolari, polemica a Milano per il nuovo bando Aler. La denuncia del Pd: “Accozzaglia di anomalie”

Tra le cose che non tornano, la priorità a chi arriva primo, l’obbligo di consegna a mano e il limite reddituale davvero alto

Carmela Rozza, consigliera regionale Pd

Carmela Rozza, consigliera regionale Pd

Milano – Case popolari assegnate non a chi ne ha più bisogno ma a chi è stato più rapido nel presentare la domanda. Anzi nel consegnare la domanda: questa, infatti, dovrà essere portata a mano e in busta chiusa. È quanto prevede un bando pubblicato da Aler Milano, come denunciato ieri in Consiglio regionale da Carmela Rozza, consigliera lombarda del Pd. Nel dettaglio, il bando mette a disposizione 50 alloggi che necessitano di lavori di risistemazione a carico degli assegnatari, che saranno poi rimborsati con uno sconto sul canone d’affitto ma solo fino ad un massimo di 8mila euro: sopra questa soglia Aler non rimborsa più i lavori eseguiti.

Non è precisato l’indirizzo degli alloggi: nell’avviso si legge solo che sono nel territorio del Comune di Milano. Non tutti possono far domanda, ma l’intervallo reddittuale individuato è decisamente ampio: si può candidare chi abbia un reddito Isee compreso tra i 16.000,01 e i 45.600 euro. Una forbice non usuale a fronte di canoni di affitto che, come riportato da Aler nell’avviso, oscillano da un minimo di 250 euro, per un monolocale, ad un massimo di 700 euro per un trilocale.

Una volta che si rientra in questa maxi-fascia reddituale, l’unica "priorità di assegnazione" è per coloro che "siano stati sfrattati esclusivamente per finita locazione nella Città Metropolitana di Milano, con sfratto eseguito da non oltre 12 mesi". Per il resto "le domande pervenute saranno graduate secondo l’ordine cronologico di arrivo con riferimento a data ed ora di protocollazione che stabilirà la priorità per le convocazioni".

La raccolta delle domande è iniziata il 24 giugno e terminerà il 30 agosto 2024. Come detto, "le domande dovranno essere consegnate tassativamente in busta chiusa unicamente presso l’Ufficio protocollo di Aler Milano in viale Romagna 26". Non è finita: chi la spunta ha solo 48 ore di tempo per decidere se accettare l’alloggio che gli è stato assegnato o se rifiutarlo.

Da qui la denuncia della Rozza: "Questo bando è un’accozzaglia di anomalie. Non c’è alcuna equità sociale nell’assegnare un alloggio secondo il criterio del “chi arriva prima". Il criterio che deve prevalere è quello del bisogno. Né è equo accomunare chi ha un Isee di 16mila euro e chi ha un Isee che vale quasi il triplo: 45.600 euro. Una soglia di reddito tanto alta non compare in alcuna legge, è un’invenzione di Aler Milano e dell’assessorato regionale alla Casa, e crea pure un danno alla stessa Aler in termini di mancate entrate: chi ha un Isee di oltre 45mila euro può sostenere canoni più alti rispetto a quelli previsti per questi 50 alloggi. Perché, poi, imporre, nel 2024, la consegna della domanda a mano in busta chiusa?". La consigliera del Pd segnala poi un altro bando, stavolta rivolto a chi un Isee tra i 10mila e i 16mila euro. Anche qui si dà priorità agli sfrattati per fine locazione e anche qui non si precisa l’esatta collocazione degli alloggi (100 stavolta), si hanno solo 48 ore per decidere e la domanda va consegnata a mano. "Sono bandi fatti per gli amici degli amici?" si chiede, allora, Rozza.