Sul tavolo la fotografia e i dati del disastro, ma soprattutto i progetti e le misure per il prossimo futuro. A due settimane scarse dall’alluvione primo tavolo tecnico in Regione Lombardia, alla presenza di tecnici, consorzi, funzionari e sindaci: zoom sul sistema Trobbie-Molgora-Rio Vallone, "un’emergenza vera - così i primi cittadini - da considerarsi ormai non inferiore a quelle del Lambro o del Seveso".
Il vertice al Pirellone era già programmato prima delle esondazioni del 15 maggio. Ma di qui, come era ovvio, si è obbligatoriamente partiti. Al tavolo tutti presenti: l’assessore al Territorio Gianluca Comazzi, lo staff tecnico dell’assessorato, i rappresentanti di tutti i consorzi di tutela idraulica, in primis Villoresi e Muzza, e, presenti o collegati, i sindaci dei quattro comuni maggiormente colpiti, Bellinzago Lombardo e Gessate, Masate e Cambiago.
"Un incontro proficuo - così Michele Avola, il sindaco di Bellinzago Lombardo, epicentro degli allagamenti - e soprattutto concreto. È quello di cui in questo momento abbiamo bisogno". Al centro delle relazioni e del confronto soprattutto aspetti tecnici e progetti. Il fronte risarcimenti e danni da esondazione "sarà affrontato in altro contesto. Chiaramente, e lo abbiamo fatto presente, abbiamo bisogno di supporto. E attendiamo notizie sull’istanza di calamità naturale".
Il rischio idraulico nella zona devastata dall’alluvione è noto da anni. Ma quanto è accaduto il 15 maggio non si era mai verificato negli ultimi decenni. In quella giornata, hanno spiegato i tecnici, sono caduti 200 millimetri d’acqua in poche ore. Il quantitativo che in passato si registrava in una settimana.
Le manovre strutturali per arginare i danni illustrate dai tecnici consortili: operazioni sulle chiuse, attivazione della vasca di laminazione di Inzago (già preziosa ciambella di salvataggio in occasione di decine di nubifragi negli ultimi anni) e di quella di Gessate nella parte realizzata. Ora si corre sui progetti in itinere o futuri. Sicuro un ampliamento di Inzago, si progetta anche un nuovo impianto in zona Masate.
E un progetto, sebbene ancora non finanziato, è in itinere anche su Bellinzago Lombardo: "Una vasca - spiega Avola - che dovrebbe operare azione di salvaguardia soprattutto, e proprio, della zona critica di Villa Fornaci". Accordo totale su un punto: "Non un solo corso d’acqua il problema. C’è un sistema da rimettere a regime".