LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Torri di vetro, graffiti e divani: il nuovo "cervello" di Amazon

Oggi entrano 400 dipendenti, ma c’è spazio per altri 700

Bernabé Rodriguez (Newpress)

Milano, 6 novembre 2017 - Quasi fatichi a riconoscerlo. Se non fosse per quelle lastre di vetro azzurro sulla facciata che riprendono quelle metalliche del vecchio centro direzionale della Tecnimont, icona della Milano anni ’70. Le analogie si fermano qui. Da oggi per lo stabile di viale Monte Grappa inizia una nuova vita. Il presente si chiama Amazon. Il colosso americano dell’e-commerce ha trasferito gli uffici nel cuore di Porta Nuova, simbolo della Milano moderna e del nuovo skyline disegnato da torri e grattacieli. Stamattina entreranno per la prima volta i 400 dipendenti che fino a pochi giorni fa lavoravano nella sede corporate del Palazzo delle Poste. Ma nel nuovo quartier generale c’è spazio per altri 700. Chiaro l’obiettivo: crescere, attrarre e trattenere i migliori talenti in una città che guarda da protagonista al futuro. La ristrutturazione che ha cambiato volto a uno dei simboli del boom industriale è lì a ricordarlo. Due torri in vetro, collegate a tutti i livelli da un blocco centrale che ospita i quattro ascensori principali. Quando entri insieme all’architetto spagnolo Bernabé Rodriguez che ha curato l’allestimento, la sensazione è di trovarsi in una piazza coperta. Luogo di affari, ma soprattutto di incontri.  L'interazione. Eccola la cifra distintiva che ha guidato la rinascita dell’ex centro direzionale della Tecnimont. «Ci sono due zone – ci guida Rodriguez alla scoperta del nuovo quartiere generale – un’area business e uno spazio per incontri». È il piano terra, il primo dei 15 che ospitano uffici: 9 nel primo edificio, 6 nel secondo, 17.500 metri quadrati in tutto. Lasciando l’ingresso alle spalle e la “piazza centrale”, a destra si trova l’area business. Le pareti sono muri decorati con graffiti: ci sono i cinque Continenti, collegati da linee curve che richiamano l’idea di mondo connesso. C’è Milano, col Duomo e il volto di una ragazza.  «Una ragazza qualunque che racconta una città dinamica», rivela l’architetto. E poi c’è la Vespa, un mito nei motori. A sinistra della piazza un corridoio porta allo spazio “social”. Un’area meeting - con un’antica colonna restaurata - per il confronto tra team dotata di ogni comfort: divani e paline di design per ricaricare smartphone, tablet e computer. Prima c’è quella che Rodriguez chiama la “cantina” - una cucina attrezzata per la pausa pranzo (ci sarà anche ai piani superiori) - e un «pezzo recuperato e restaurato del vecchio palazzo». È una vetrata, con colori caldi (rosso), retroilluminata. Forse una quinta dell’antica portineria, «illuminata per essere valorizzata in chiave moderna». Si sale all’ottavo piano: open space con scrivanie regolabili in altezza «perché chi lavora può decidere se stare seduto o in piedi», sale riservate per telefonate e spazi relax. La luce che filtra dalle vetrate riduce i consumi di un sistema di illuminazione regolato in modo automatico: si accende, si spegne, si regola in base al fotocellule che verificano le condizioni di luce. Legno e verde con piante in verticale si alternano a elementi metallici curvi, ricordo del boom industriale, elevato a design. Il centro direzionale punta a ottenere la certificazione energetica Leed Platinum. Il sistema di illuminazione, i 200 metri quadrati di pannelli fotovoltaici e il sistema di riscaldamento e raffreddamento - geotermico in inverno e al 70% in estate, aria condensata nel resto dell’anno - rendono la struttura ecosostenibile.