di Andrea Gianni
Riunioni e assemblee fiume fino a tarda notte, striscioni già pronti per essere srotolati e anche un servizio d’ordine per garantire il rispetto delle norme anti-Covid: "Il distanziamento sociale sarà un’occasione per prenderci ancora più spazio". I sindacati Cgil, Cisl e Uil si preparano a una prova di forza in Lombardia nel giorno dello storico sciopero generale, lunedì prossimo, che riguarda tutti gli addetti degli hub e delle consegne della filiera di Amazon in Italia. L’obiettivo è quello di "bloccare l’e-commerce per chiedere il rispetto dei diritti dei lavoratori". Presidi - il programma è in fase di definizione - si terranno dall’alba di lunedì davanti ai sei principali poli logistici lombardi del colosso fondato da Jeff Bezos: Origgio nel Varesotto, Buccinasco e Milano via Toffetti, Peschiera Borromeo e Burago Molgora, Castegnato nel Bresciano. Flash mob e altre iniziative potrebbero essere organizzate anche nelle città.
Nella regione, secondo le stime dei sindacati, sono oltre tremila i lavoratori che ruotano attorno ad Amazon, fra dipendenti diretti e driver delle ditte di trasporti partner, precari o a tempo indeterminato. "Ci aspettiamo una grande adesione – spiega Emanule Barosselli, segretario della Filt-Cgil lombarda – anche fra il personale precario, che ultimamente si è avvicinato sempre più ai sindacati. Vogliamo lanciare un messaggio a Bezos: in Italia c’è una storia sindacale, e non si può fare a meno di confrontarsi con i sindacati". Lo sciopero è stato proclamato unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, dopo l’interruzione della trattativa con Assoespressi. Questa la miccia che ha innescato la protesta, ma dietro la rabbia dei rappresentanti dei lavoratori c’è "l’indisponibilità cronica ad un confronto" da parte del colosso dell’e-commerce. Lo sciopero di 24 ore coinvolgerà i dipendenti diretti dei magazzini e degli hub, cui è applicato il contratto nazionale della logistica, e tutti i lavoratori delle aziende di fornitura in appalto di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci della filiera Amazon in Italia. Corrieri e addetti negli hub che da un anno sono in prima linea, con il boom dell’e-commerce che ha moltiplicato i carichi di lavoro. Lavoratori, sottoposti anche al rischio di contagi nella pandemia, che ora chiedono migliori condizioni.
È la prima protesta a livello nazionale: finora gli scioperi contro il colosso di Bezos hanno avuto infatti una dimensione locale. Al centro questioni irrisolte come la verifica dei turni, dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver, la clausola sociale, la stabilizzazione dei tempi determinati, fino all’indennità Covid. Amazon respinge al mittente l’accusa di venire meno al dialogo. "Non è vero quanto dichiarato dal sindacato in merito al mancato confronto - ha replicato Amazon - tanto è vero che si sono svolti due incontri nel mese di gennaio". Ma poi, fanno però notare i sindacati, da gennaio non c’è stato alcun seguito. La multinazionale si smarca anche riguardo all’incontro con Assoespressi: "Per le consegne ai clienti, Amazon Logistics si avvale di fornitori terzi", ha puntualizzato, "perciò riteniamo che i corretti interlocutori" siano i fornitori di servizi di consegna e le associazioni di categoria che li rappresentano.