Milano, 19 marzo 2018 - "Questa è una strage silenziosa che continua" perché oltre ai 10 lavoratori della Scala al centro del processo milanese per le morti provocate dall'esposizione all'amianto all'interno del teatro "nel frattempo, a fine luglio, è morto un altro cantante e un percussionista è mancato un mese fa di tumore ai polmoni, anche se non aveva mai fumato. E il numero potrebbe crescere ancora". Lo ha sottolineato Luigi D'Ambrosio, presidente del comitato Ambiente e Salute del teatro, che si è costituito parte civile insieme ad altre associazioni nel processo che questa mattina ha preso il via davanti alla nona sezione penale di Milano.
Insieme a una cinquantina tra colleghi e familiari della vittime, rappresentanti sindacali del Cub e sostenitori di Medicina Democratica, l'Aiea e Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio (tutti costituiti parte civile) questa mattina ha organizzato un presidio davanti al Palazzo di Giustizia per tenere alta l'attenzione sulla vicenda. "Mia mamma, Luciana Patelli, era una cantante lirica nel coro della Scala e ha lavorato per quasi 30 anni in teatro - ha detto Marcello Menegatti -. Aveva sempre lamentato la pericolosità del sipario in amianto perché temeva il rischio per la salute. Finché è stata in teatro non ha avuto problemi, la malattia si è manifestata solo molto più tardi. Aveva difficoltà respiratorie e problemi cardiaci - ha spiegato - che poi nel corso del tempo si sono manifestati nella diagnosi di mesotelioma pleurico. Nel 2013 è mancata dopo poco meno di un anno di malattia".
"Ci sono ancora 32 milioni di amianto in Italia, noi crediamo che il problema delle bonifiche deve essere un'emergenza che riguarda tutti i cittadini", ha sottolineato Michele Michelino, presidente dell'Associazione Italiana Esposti Amianto. "In Lombardia - ha proseguito - c'era una legge che prevedeva che entro il 2016 in tutta la regione dovesse essere bonificata dall'amianto, ma in realtà è stato prorogato tutto di altri 10 anni". "Mio marito ha lavorato per 25 anni alla Scala", ha detto Leontina Chimenti, vedova dell'attrezzista Salvatore Palombi, che ha partecipato alla protesta con il figlio. "All'inizio trasportava le scene dal laboratorio al teatro, poi lavorava nella sala prove, poi è successo quello che è successo e si è ammalato di mesotelioma pleurico. Se n'è andato a 56 anni, dopo appena un anno di malattia", ha concluso la donna con la voce rotta dalla commozione.