
Due operai bonificano un tetto di amianto a Milano
L’amianto, killer silenzioso, continua a colpire. E migliaia di edifici e abitazioni con la presenza del materiale cancerogeno, in passato diffusissimo nell’edilizia e nelle infrastrutture e vietato dal 1992, sfuggono al censimento e quindi ai progetti di bonifica. Il quadro emerge da una rilevazione della Uil Milano e Lombardia, che ha messo sotto la lente gli ultimi dati disponibili.
"Resta in Lombardia una problematica di rilevante impatto sulla salute dei cittadini e dei lavoratori – spiega la segretaria confederale, Eloisa Dacquino – in considerazione della quantità ancora da rimuovere e smaltire ancora non compiutamente censita, della numerosità delle persone esposte prima e dopo la sua messa al bando e della lunga latenza delle malattie asbesto correlate".
Si stima che, negli ultimi 20 anni, l’amianto sia stato responsabile di oltre settemila casi di mesotelioma in Lombardia. Nel 2021 si sono registrati più di 2000 decessi, di cui l’80% per esposizione professionale. Milano e la Lombardia sono ancora l’epicentro delle malattie per i casi di mesotelioma (più del 25% del totale in Italia).
E sono oltre 213mila i siti contaminati tra strutture private e pubbliche, compresi edifici scolastici. La Regione ha fissato per il 2032 l’obiettivo della totale rimozione dell’amianto in Lombardia. Ma la strada da percorrere è ancora lunga.
In Lombardia ci sono ancora oltre 10 milioni di metri cubi di amianto da smaltire. Sul territorio sono due le discariche destinate al conferimento di rifiuti contenenti amianto, con un volume autorizzato di 1 milione e 120 mila metri cubi. In questo momento "non c’è un’emergenza per il conferimento dell’amianto", ma c’è un fabbisogno nell’arco dei prossimi 7 anni, stimato nel nuovo piano rifiuti, di un volume aggiuntivo di 348 metri cubi.
Secondo le ultime stime, nel 2018 la produzione di rifiuti contenente questo materiale è stata pari a 68.736,4 tonnellate. "La Regione Lombardia - sottolinea il segretario confederale Uil Lombardia Enrico Azzaro – ha finanziato, poco prima della pandemia, un progetto da 400mila euro, consentendo all’Arpa Lombardia di poter disporre delle migliori tecnologie di osservazione della terra e procedere, di concerto con Ats e Comuni, ad avere una mappa puntuale".
“È importante avere – spiega Azzaro – prontezza d’informazione per intervenire, con priorità assoluta, presso quegli edifici su cui si riscontrano crepe o cattive condizioni. L’amianto è fatale per gli esseri umani e dannosissimo per tutto l’ecosistema ambientale nel momento in cui, persa la protezione della coibentazione, si disperde nell’aria diventando un vero killer. Ma il problema più rilevante resta la presenza di amianto all’interno degli edifici (caldaie, condutture del riscaldamento, ma anche oggetti vicini alla quotidianità) che il più delle volte sfugge al controllo e al monitoraggio così come lo è nell’ambiente".
Un quadro che emerge anche dall’esperienza diretta di Stantec, multinazionale di ingegneria e architettura che conta una divisione specializzata nelle bonifiche.
“La caldaia e tutti gli annessi sono il primo punto che controlliamo quando siamo incaricati di effettuare una valutazione – spiega Maurizio Beretta, responsabile in Stantec dei servizi ambientali nel settore immobiliare –. L’amianto, infatti, è un ottimo materiale di coibentazione ed è stato utilizzato per isolare i gruppi termici degli edifici. Si entra fisicamente nell’edificio e lo si analizza tutto, dentro e fuori, individuando quali sono i manufatti che possono contenere amianto".
“E lo si trova in tanti ambienti, ad esempio, come parecchi sicuramente non immagineranno, negli stucchi che fanno da blocco a vecchi vetri. Anche il pietrisco ferroviario che sta sotto i binari e le traversine può contenere amianto". Ma gli interventi più complessi sono quelli che riguardano le scuole. "Ci capita di trovare negli edifici scolastici il “vinile amianto” che banalmente è nei pavimenti di linoleum, ma anche, seppur raro, nelle pareti dove ci sono muri fatti a strati – conclude Beretta – dove i pannelli esterni prefabbricati sono in cemento amianto e al loro interno c’è la coibentazione".