Milano – "Ho davanti un paziente che è anche un grande amico per me, non posso negarlo, c’è un grande coinvolgimento personale”. Al quarto giorno di ricovero in ospedale per l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, quello che parla ai cronisti fuori dal San Raffaele è il professor Zangrillo ma anche – forse soprattutto – l’amico Alberto. Lo si capisce dal tono con cui s’indigna commentando un collega, il professor Livio Pagano del Gemelli di Roma, che ha “osato” scrivere che la patologia del Cav non gli permetterà più di fare politica. “Provo umana pietas per lui. E imbarazzo”.
Zangrillo, genovese, 64 anni, è al fianco di Berlusconi da oltre 22 anni, ne è il medico personale ed è sempre stato vicino presidente nei momenti clou, non cadendo mai nella tentazione di dargli del tu (cosa che invece Berlusconi fa di rimando) ma riuscendo sempre a dire ciò che va detto senza che il “lei” sia un ostacolo al parlare dritto per dritto. Si conoscono dunque nel 2001: è il figlio Piersilvio a chiedere al luminare della rianimazione e delle terapie intensive se vuole occuparsi del padre. Zangrillo accetta e da quel momento la sua vita viaggia in parallelo con quella del presidente. Il medico, il professore c’è sempre, c’è all’apice e c’è nel baratro, perché – dirà in un’intervista di qualche anno fa – “stargli accanto è un privilegio pazzesco”. E c’è ovviamente quando la salute del presidentissimo è a rischio. Era con lui quando, nel dicembre del 2009, Massimo Tartaglia lo ferì al volto con una statuetta del Duomo di Milano. E’ stato con lui (anzi, l’ha proprio convinto) nel 2016 quando Berlusconi è stato operato a cuore aperto. E’ stato con lui quando nel 2020 il Covid l’ha colpito, nel settembre dell’anno della pandemia.
Il rapporto è così stretto che al primario di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele viene affibbiato anche un tentativo di candidatura a ministro della Sanità. Zangrillo nega e, sempre in una recente intervista, racconta che l’unica volta che ha partecipato a un’elezione era per diventare rettore del San Raffaele: “Avevo pure vinto ma ero troppo vicino al Cavaliere e non se n’è fatto nulla”. C’è, a dire il vero uno Zangrillo in politica: è Paolo, fratello minore di Alberto, attuale ministro della Pubblica amministrazione, eletto tra le fila – neanche a dirlo – di Forza Italia.
Alberto Zangrillo no, resta fedele al camice bianco. Ma dalla fine del 2021 ha anche un altro incarico che lo avvicina ancora di più all’amico Berlusconi, ex presidente del Milan e ora del Monza: è diventato presidente del Genoa, di cui è sempre stato grande tifoso.