ROSARIO PALAZZOLO
Cronaca

"Anche qui, vicini a chi ha bisogno"

I volontari della Fondazione Cumse di Cinisello impegnati non solo in Africa: tante attività nel Milanese

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di Rosario Palazzolo

"A Milano come a Kinshasa, in Congo, per stare accanto a chi ha più bisogno". Roberto Stigliano, medico e motore della Fondazione Cumse di Cinisello, nata 20 anni fa per costruire ospedali in Africa, ne è sempre più convinto. "Sotto le nostre case troviamo storie di sofferenza e bisogni sempre più simili a quelli delle periferie più povere dell’Africa". Per questo i tanti volontari Cumse, che lavorano con lui, già da tempo hanno spostato parte degli sforzi di carità e solidarietà nelle strade e nelle case del Milanese, dove la povertà è galoppante.

Da circa 6 mesi un gruppo di oltre 25 volontari si alterna in un servizio notturno di assistenza in strada nel quartiere milanese di Lambrate, dove vengono assistiti circa 350 senzatetto. "Ci si confronta con persone che vivono in condizioni estreme e che hanno storie difficili alle spalle – spiega Roberto –. Per questo i volontari vengono formati e hanno il compito di ascoltare e assistere le persone che incontrano, senza imporre nulla".

L’assistenza di strada lavora in parallelo con quella che il Cumse gestisce in Congo. Il lavoro dei volontari è praticamente senza sosta: "Alcuni di noi svolgono un lavoro davvero incredibile preparando pasti caldi e facendo in modo che ognuna delle persone che assistiamo possa riceverne a sufficienza – spiega Stigliano –. Per due notti la settimana, anche se presto diverranno tre, le squadre di volontari cercano i senzatetto che abbiamo già censito e offrono loro viveri, vestiti, coperte e tutto ciò di cui hanno bisogno".

Molti dei prodotti distribuiti arrivano da donazioni, altri vengono finanziati con i fondi che la Fondazione raccoglie dalla vendita di prodotti solidali e attraverso il ricavato dai servizi sociali che offre a diverse realtà del milanese.

Da alcune settimane è stato attivato anche un servizio di assistenza infermieristica, grazie al lavoro di due infermiere volontarie e dello stesso Roberto, che nella vita di tutti i giorni è chirurgo e medico di famiglia. "Il nostro prossimo obiettivo è acquistare un camper per trasformarlo in unità mobile infermieristica – rivela Roberto –. Lo abbiamo già individuato, ma servono fondi per poterlo acquistare".