Milano – La serie inizia a farsi a dir poco allarmante. Tre incidenti in nove giorni con un copione identico: madri e figli investiti sulle strisce da automobilisti che non si fermano a prestare soccorso. Numeri che stanno assumendo i crismi di un’emergenza e che hanno fatto già scattare un campanello d’allarme dalle parti di piazza Beccaria.
La scorsa settimana, il ventiquattrenne Francesco Monteleone ha travolto senza lasciarle scampo la trentaquattrenne peruviana Rocio Espinoza Romero, che con un estremo atto d’amore è riuscita a spingere in salvo il passeggino coi due gemellini rimasti orfani a un anno e mezzo; dopo l’impatto letale, il camionista è ripartito, salvo essere bloccato e arrestato dalla polizia locale in una cava di Arluno.
Sei giorni dopo, altro schianto all’incrocio tra piazza Durante e via Casoretto: l’Audi Q3 bianca guidata dal dirigente comunale Angelo Z. centra una carrozzina con una bambina di 3 anni, spinta dalla madre bengalese di 31; solo per un miracolo, la piccola, proiettata in avanti col passeggino, riporterà solo qualche lieve escoriazione al volto. Il sessantunenne al volante scappa e, pur sapendo che i ghisa lo hanno ormai individuato, viene bloccato solo sette ore dopo, incastrato dalle multe prese nella stessa strada in zona Gioia con il suo suv. "Ero sovrappensiero, faccio mea culpa", la poco convincente difesa davanti al giudice che lo ha messo ai domiciliari, in attesa che il processo riprenda il 15 gennaio.
Ieri l’ultimo episodio alla Barona. La ricostruzione ci riporta alle 14.30 in via De Nicola: lì una donna italo-egiziana di 39 anni e il figlio di 13, costretto da una paralisi su una sedia a rotelle, vengono travolti dalla Peugeot grigia guidata dal sessantunenne Sabri Taha Abdelghany El Naggar, egiziano regolare e incensurato, dipendente di un’impresa di pulizie. L’impatto è talmente violento da danneggiare pesantemente la parte anteriore della macchina e da mandare letteralmente in frantumi il parabrezza.
La donna e l’adolescente in carrozzina vengono sbalzati sull’asfalto a una decina di metri dal punto d’impatto. L’uomo scende, percorre quella distanza a passo svelto e si china sulla trentanovenne, girandone il corpo per valutarne le condizioni. A quel punto, non chiama il 112, ma sparisce nel nulla, lasciando lì i due feriti. Le indagini del Radiomobile scattano immediatamente, alimentate dalle immagini di una telecamera che ha immortalato alcuni elementi della targa. Da lì il cerchio si stringe progressivamente attorno al pirata, trovato alle 16 a casa sua, in un casermone popolare di via de Pretis, a una manciata di curve dal luogo dell’incidente.
La trentanovenne e il figlio finiscono entrambi al Niguarda: lei ha riportato una frattura al bacino e una lesione all’orbita facciale che necessiteranno di un intervento chirurgico in programma lunedì; lui se l’è cavata con una prognosi di tre giorni. È rimasto senza sedia a rotelle, completamente distrutta, ma i vigili guidati dal comandante Gianluca Mirabelli hanno provveduto subito: una nuova di zecca gli verrà recapitata già stamattina. Un regalo di Natale anticipato dopo la grande paura.