MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Tragica vacanza in Grecia per Andrea Nekoofar. Muore la speranza azzurra del karate

Campione mondiale under 21. Lo schianto in sella al Quad

Andrea Nakoofar, 20 anni nato e cresciuto a Milano

Milano, 29 luglio 2017 - Andrea Nekoofar, milanese, 20 anni, speranza azzurra del karate, ha perso la vita giovedì mentre si trovava in vacanza in Grecia con la sua fidanzata. In base a quanto appreso, non ha avuto scampo dopo un incidente stradale. La dinamica è ancora da chiarire ma pare fosse a bordo di un quad. Milanese di padre iraniano, figlio della coordinatrice nazionale karate Csen Delia Piralli, Nekoofar, iscritto all’Università Cattolica, gareggiava per il Centro sportivo dell’Esercito e collezionava successi. Basti dire che meno di un mese aveva conquistato la medaglia d’oro nella categoria Under21 del kata in occasione della Youth Cup 2017 di Umag e a settembre avrebbe dovuto partecipare a una gara della Premier League in Germania. È stata la mamma a dare notizia della disgrazia, giovedì, su Facebook: «Oggi andrea è volato via in cielo, tra gli angeli rincorrendo i suoi sogni. Ora una nuova stella brilla lassù ma la mia luce si è spenta». «Non c’è dolore più grande, mi rendeva orgogliosa come figlio, come atleta, come studente, come uomo, e come compagno di tante lotte fatte insieme». Decine i commenti di familiari e amici che non si capacitano, che offrono sostegno.

Anche la Fijlkam, Federazione italiana judo lotta karate e arti marziali, esprime il suo cordoglio. «È con grande tristezza e sincera emozione che la Federazione apprende della tragica scomparsa di Andrea Nekoofar. La Fijlkam tutta si unisce al dolore della famiglia ed esprime profondo cordoglio per la perdita di un giovane di grande talento».E poi c’è il dolore indicibile di Francesca, la fidanzata, che sempre su Facebook ha pubblicato ieri un lungo post in onore del suo Andrea: «Non sarà un post smielato su facebook a renderti giustizia, cosí come non basterebbero pagine e pagine per descrivere la persona meravigliosa che sei, per spiegare quanto fosse forte e unico (unico davvero) il nostro legame, per raccontare ogni nostra avventura».

«Sei entrato “ufficialmente” a far parte della mia vita 4 anni e 7 mesi fa e, da quel momento, non te ne sei piú andato. Sei esattamente quella persona che “ha preso la mia vita e ne ha fatto molto di piú”, siamo cresciuti insieme, mi hai insegnato a prendere la vita con leggerezza ma mai con superficialità, ad essere sempre forte e sicura, a non vivere mai tra i ma e i se, a non farmi abbattere mai da nessuno e ad essere sempre fiera di me stessa, proprio come fai tu, ció per cui ti ho sempre ammirato. È a te che devo tutto quello che sono oggi e ti ringrazio per ogni singolo momento nostro. Ti ho sempre ripetuto che sei la mia persona e cosí è: sei la mia persona e questo non cambierá mai. Ma soprattutto, sei la mia famiglia».