Non ha proferito parola davanti alla gip Ileana Ramundo. Andrea Piscina, il 25enne speaker radiofonico arrestato giovedì scorso a Milano per produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia andato in scena oggi, martedì 18 maggio, nel carcere di San Vittore, dove ormai è rinchiuso da cinque giorni.
Una scelta che il suo avvocato difensore, Valentina Di Maro, ha giustificato dicendo che “il quadro probatorio ancora non è completo”, “in questo momento si è avvalso della facoltà di non rispondere, aspettiamo la chiusura delle indagini per capire quello che raccoglierà la Procura e per stabilire la linea difensiva”.
L’ex speaker di Rtl 102.5, a detta proprio della sua avvocata, sarebbe “molto provato” e starebbe “soffrendo molto per la situazione”, il fatto di essere un volto noto passa in secondo piano. Poi, in caso di conferma del carcere, Di Maro ipotizza un ricorso al riesame per chiedere la revoca della misura cautelare: “Valuteremo l'ipotesi del Riesame”.
Intanto, sul fronte delle indagini, prosegue la ricerca delle "numerose" vittime. Al momento solo due sono state identificate con certezza nell'inchiesta coordinata dal pm Giovanni Tarzia, ma sarebbero molte di più: decine, forse anche centinaia. Le contestazioni per il 25enne, a cui sono state trovate un migliaio di foto pedopornografiche (riconducibili a bambini di età compresa tra i 9 e i 14 anni), iniziano da fine settembre del 2021 e arrivano al maggio scorso.
Il giovane, sospeso da Rtl 102.5, si fingeva una ragazzina - ora di nome Alessia, talvolta Anna o Sara -, e così, secondo la tesi accusatoria, avrebbe adescano molte vittime, difficili da rintracciare tramite i sistemi di video chiamata. Una vittima online sarebbe stata identificata, mentre l'altro minorenne sarebbe stato adescato attraverso la polisportiva in cui lo speaker faceva da allenatore. È stata la madre di quest'ultima vittima a denunciare e a far nascere l'inchiesta.