Milano – È uno degli Ambrogini più discussi degli ultimi anni ma il comico Andrea Pucci (vero nome Andrea Baccan, 58 anni) tira dritto: “Ci sono state polemiche? Non me n’ero accorto – ha detto entrando al Teatro Dal Verme per la cerimonia di consegna delle benemerenze cittadine – La polemica rimane una polemica indipendentemente da quello che si vuole esprimere. Io l’accetto e vado a ritirare il mio premio, onorato della mia carriera e di quello che ho fatto”.
Con La Russa
Dentro al teatro, quando è stato chiamato il suo nome, Pucci si è alzato, ha salutato il pubblico, ha abbracciato il presidente del Senato Ignazio La Russa seduto in prima fila e poi è salito sul palco. Prima di ricevere la benemerenza ha scambiato anche qualche battuta con il sindaco Giuseppe Sala.
Le accuse di sessismo
Prima di entrare al Dal Verme, il comico – la cui candidatura è stata avanzata dalla leghista Silvia Sardone – si è poi difeso dalle accuse che gli sono state rivolte in merito ad alcune sue battute sessiste. “Prendo le distanze completamente da tutto ciò che mi è stato attribuito, perché credo che la sessualità di ogni persona debba essere interpretata liberamente. Quindi se ho detto involontariamente nei miei spettacoli, visto che faccio il comico, e posso aver anche soltanto offeso qualcuno, chiedo scusa”.
Le critiche a Sala
Pucci è poi tornato anche sul “rapporto complicato” con il sindaco di Milano Giuseppe Sala e la sua Amministrazione attaccata più volte sul fronte viabilità e sicurezza. “Con Sala – ha detto – non sono stato molto critico, ho detto che ci sono dei motivi per cui secondo me l'amministrazione commette degli errori. Non è una critica ma un dato di fatto; secondo il mio parere personale. Secondo me non c’è più quella Milano dei milanesi. È una città che sta crescendo vertiginosamente e bisogna rimanere all'altezza, anche con l'amministrazione. Se privi la gente della possibilità di visitare il centro, dando un'imposizione di 7,5 euro come Area C, la gente difficilmente va a visitare il nostro meraviglioso centro. È una cosa che soggettivamente non mi piace”.