Milano, 13 ottobre 2023 – Blitz di ‘Ribellione Animale’: gli attivisti hanno bloccato l'ingresso del Palazzo Lombardia a Milano, sede della giunta regionale, versando del letame all'ingresso e imbrattando le vetrate dell'edificio ostacolando ed ostruendo il normale accesso alla struttura, mentre esponevano uno striscione con scritto: ‘Stop sussidi agli allevamenti'.
La protesta si inserisce nel contesto della campagna nazionale, ‘Futuro Vegetale’, iniziata il 31 marzo con azioni coordinate all'interno di alcune catene della Grande Distribuzione Organizzata. Le attiviste chiedono al governo “una transizione del sistema alimentare attuale verso uno a base vegetale, alla luce del significativo impatto climatico ed ecologico che ha l'industria zootecnica in Italia e nel mondo”.
La Lombardia, come ricordato dalle attiviste, "è anche il luogo dal quale è stata ordinata l'uccisione dei 9 maiali del Santuario Progetto Cuori Liberi e la brutale repressione del 20 settembre scorso”, oltre ad essere “la prima regione per numero di suini allevati di tutta Italia, dove vivono quasi 4,4 milioni di maiali, ovvero il 50% della produzione nazionale”.
Al contempo "Milano - spiegano- è costantemente ai primi posti tra le città più inquinate del mondo, con la Pianura Padana che non a caso si conferma la zona più inquinata di tutta Europa”. Questo scenario, dunque, “dimostra l'inefficienza di un modello alimentare che privilegia il profitto di poche industrie, perché - proseguono- chiamare sostenibile l'industria dell'allevamento è un paradosso se si vuole veramente attuare una politica di sicurezza alimentare e climatica in Italia e nel mondo”.
A detta dell'associazione infatti si stima che più di 70 miliardi di animali ogni anno vengono nutriti e uccisi con risorse che potrebbero soddisfare per tre volte la domanda alimentare umana. "L'Unione Europea ogni anno finanzia il settore zootecnico versando circa 30 miliardi di euro tramite i fondi pubblici della PAC (Politica Agricola Comune) incentivando attività devastanti per gli ecosistemi, e tra le misure imminenti che il Governo Italiano deve mettere in atto- osservano da Ribellione Animale- vi è la rimozione dell'IVA al 22% sui prodotti di prima necessità a base vegetale, penalizzando quelli che hanno un alto impatto ambientale”.
Inoltre si chiede la sospensione dell'apertura e dell'ampliamento di nuovi mattatoi e allevamenti, in modo tale da redistribuire i sussidi destinati all'industria zootecnica alla transizione agroecologica delle aziende italiane. "La zootecnia rappresenta la più grande minaccia alla biodiversità in Italia e sul Pianeta" racconta Geo, attivista di Ribellione Animale, “eppure questo settore continua a ricevere miliardi di euro in sussidi pubblici, soldi provenienti dalle tasse dei cittadini. Io mi rifiuto di essere complice di questo sistema di produzione".