REDAZIONE MILANO

Annegato, risposte dall’autopsia

Il corpo di un giovane potrebbe essere stato ritrovato nel fiume Adda a Cassano d'Adda. Le autorità stanno cercando di identificarlo tramite un'autopsia. Le vittime di annegamento sono spesso stranieri ignari dei pericoli del fiume. Il Comune chiede interventi per prevenire futuri incidenti.

Annegato, risposte dall’autopsia

Identificazione impossibile, il corpo è stato troppo a lungo in acqua, lunedì ci sarà l’autopsia sul cadavere ripescato venerdì dall’Adda nel Lodigiano alla ricerca di impronte e tracce che permettano di dire se si tratta del giovane egiziano inghiottito dal fiume a Cassano martedì pomeriggio. Per gli investigatori, una minuziosa ricostruzione delle generalità della vittima per capire se combacino con quelle del disperso, Hossam Abdelhamid Eid Abdelfattah Dessouki, il 25enne che si era tuffato dalla Punta del Pecchio, all’Isola Borromeo. Le ricerche sono state difficoltose anche per via delle condizioni meteo, le piogge hanno aumentato la portata sia della Muzza che dell’Adda. La speranza di ritrovarlo vivo era svanita già poche ore dopo l’incidente. Nessuno, finora, ha denunciato la sua scomparsa, o si è presentato in caserma per chiedere sue notizie. Nello zainetto trovato dai carabinieri accanto al punto in cui si è lanciato in acqua c’erano solo fotocopie di documenti. Al contrario di quanto ipotizzato subito dopo la scomparsa, si fa strada la convinzione che il 25enne possa essere arrivato sulle rive, in città, da solo e non in compagnia di altri amici e che lì abbia scambiato qualche parola con alcuni coetanei anche loro sul bagnasciuga. La sua vicenda ha sollevato ancora una volta il problema della lunga scia di annegati che si registra ogni estate. Il Comune ha chiesto alla prefettura di inviare l’esercito sulle sponde per tenere lontani i gitanti dalle spiagge abusive.

L’identikit delle vittime è un copione maledetto: sono quasi sempre stranieri, che non possono permettersi una vacanza, in cerca di un po’ di refrigerio e di relax, dopo una settimana di duro lavoro. Ignorano i pericoli del fiume, mulinelli e temperatura gelida, e così lo sfidano, ingannati dall’apparente placidità della superficie. Ma l’Adda non lascia quasi mai scampo. Lo sanno bene i sindaci dei Comuni della stecca fluviale che da anni firmano l’ordinanza con il divieto di tuffo e di balneazione, cartelli in tutte le lingue, "sistematicamente ignorati", denuncia da tempo il sindaco Fabio Colombo. Per contrastare il fenomeno il Comune ha già arruolato vigilantes, ma ora come deterrente spera nell’arrivo dei militari.

Barbara Calderola