ANDREA GIANNI E ANNA GIORGI
Cronaca

Raddoppiati i casi di minorenni maltrattati, violenze sessuali in aumento: i numeri dell’anno giudiziario

Giuseppe Ondei, presidente della Corte d’Appello di Milano. “Siamo di fronte a una pericolosa deriva dei rapporti sociali e di genere”. L’allarme per il sovraffollamento delle carceri

L'arrivo di Giuseppe Ondei a Palazzo di Giustizia a Milano

L'arrivo di Giuseppe Ondei a Palazzo di Giustizia a Milano

Milano – Il 90% dei 1987 condannati in primo grado a Milano, in un anno, per reati sessuali e di genere sono maschi, principalmente (il 28,9%) nella fascia d'età 32-41 anni. Il 57% sono italiani. L'anno scorso sono aumentati del 46%, rispetto al 2023, i minorenni coinvolti come persone offese: 325 bambini e adolescenti vittime di abusi, maltrattamenti o violenze domestiche.

Il presidente della Corte d'Appello Giuseppe Ondei stila il bilancio di un anno di denunce, procedimenti e sentenze nel palazzo di giustizia milanese dove è andata in scena la protesta delle toghe contro la riforma
Il presidente della Corte d'Appello Giuseppe Ondei stila il bilancio di un anno di denunce, procedimenti e sentenze nel palazzo di giustizia milanese dove è andata in scena la protesta delle toghe contro la riforma Nordio

Violenze sessuali

Il presidente della Corte d'Appello di Milano, Giuseppe Ondei, ha evidenziato nel suo discorso durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario una "pericolosa deriva dei rapporti sociali e di genere": sono aumentate infatti del 15% "le iscrizioni relative a reati di violenza sessuale" e dell'8% quelle relative a "violenza sessuale di gruppo". Crescono del 30% le iscrizioni relative a casi di presunti maltrattamenti, del 15% quelle per atti persecutori nel distretto della Corte d'Appello di Milano, che comprende anche altre province lombarde. Un trend, che il presidente definisce "preoccupante", effetto anche della maggiore propensione a denunciare e di provvedimenti come il Codice rosso.

Guardando ai dati milanesi, fra Tribunale e ufficio Gup, le sentenze su reati sessuali e di genere sono 151 in più rispetto al 2023, passando da 930 a 1089. Il 67% sono di condanna (+9%), il 22% di non doversi procedere (-7%) e il 10% di assoluzione (-3%).

"La percentuale maggiore di assoluzioni - si legge nella relazione - si registra quando il procedimento ha una durata fra 3-3,9 anni, segno che una eccessiva durata del procedimento porta a un indebolimento delle dichiarazioni accusatorie".

Misure cautelari

Sono in aumento anche le misure cautelari emesse dal gip: nel 2024 sono state infatti 1.246, a fronte delle 758 emesse nel 2023. Un aumento, quindi, del 64%. In particolare sofferenza il settore della giustizia minorile, anche a causa dell'impatto della riforma Cartabia. "Il tempo medio prevedibile di definizione dei procedimenti nell'anno giudiziario 2023-2024 si è attestato a 839 giorni - ha sottolineato Ondei - registrando un aumento considerevole rispetto ai 589 giorni dell'anno precedente. Le pendenze complessive il 30 giugno 2024 hanno raggiunto quota 13.822. Questi dati oggettivi ci impongono un grido d'allarme: non trascuriamo la giustizia minorile".

Le carceri

Uno sguardo rivolto anche al mondo delle carceri, perché "vi sono detenuti ben oltre il numero massimo ospitabile, agenti di custodia sotto il livello minimo, medici, psicologi e operatori sanitari che sono un miraggio dietro le sbarre". A Milano si registra l'indice di affollamento, vicino al 140%, "più alto d'Italia". E il numero dei suicidi di detenuti "sta seguendo una curva crescente". I detenuti nel distretto sono attualmente 7.084, tra cui 1.962 ancora in attesa di giudizio. Gli stranieri sono circa il 44%. Non decolla la giustizia riparativa, con pochissimi casi da quando è stato potenziato lo strumento. "Sembra di essere in un mattino che non diventerà mai mezzogiorno - ha osservato Ondei -. E' fondamentale l'impegno culturale e finanziario delle amministrazioni centrali nel garantire la continuità e il coordinamento dei progetti locali". E l’allarme, sul fronte della giustizia penale, è legato anche al fatto che “si sta estendendo in maniera preoccupante la presenza delle mafie italiane tradizionali, oltre che delle cosiddette mafie straniere”.