Il testamento di Silvio Berlusconi è stato aperto nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 5 luglio, alla presenza di due testimoni nello studio del notaio Arrigo Roveda in via Pagano a Milano.
I testimoni, incrociati dai cronisti, sono i due avvocati Carlo Rimini e Luca Fossati.
Secondo quanto si apprende, Fossati era in 'rappresentanza’ soprattutto dei figli Marina e Pier Silvio, il collega Rimini di Barbara, Eleonora e Luigi.
Il documento potrebbe essere stato già letto ai cinque figli del Cavaliere nel tardo pomeriggio di oggi, a mercati chiusi (poco prima delle 18), ma non è detto che gli eredi si siano presentati fisicamente in via Pagano da Roveda, che dopo essersi assentato temporaneamente nel pomeriggio (lasciando il palazzo con lo scooter), è poi rientrato nel suo studio intorno alle 16. Secondo la Rai gli eredi di Silvio avrebbero assistito alla lettura del testamente in video collegamento.
Gli eredi, a quanto si è appreso, potrebbero fare una prima comunicazione sui contenuti testamentari già domani mattina, giovedì 6 luglio, prima dell’apertura della Borsa di Milano.
Le indiscrezioni
Per ora, quindi, bisogna limitarsi a indiscrezioni e ragionamenti, stante anche le bocche rigorosamente cucite dei protagonisti della giornata. Il tema principale resta la divisione del 61% della holding di famiglia che era in diretto possesso di Silvio Berlusconi. Se la “legittima” di un terzo di questa quota venisse assegnata in parti uguali ai cinque figli, la maggioranza farebbe riferimento a Barbara, Eleonora e Luigi, avuti con Veronica Lario. Se invece questa cruciale quota venisse indirizzata verso Marina e Pier Silvio, sarebbero loro ad avere il controllo della holding.
La soluzione sarebbe stata trovata in una via mediana, con assegnazioni finali che non sposterebbero di molto gli equilibri tra le due parti della famiglia, ma con una formula di gestione che necessiterebbe di un consenso ampio per eventuali operazioni straordinarie. E un ruolo concretamente indicato per Marina, già presidente di Fininvest.
La reazione di Piazza Affari
Fra i soggetti che attendevano l’apertura del documento c’erano anche i mercati. Ebbene, nel giorno “decisivo”, Mfe – l’ex gruppo Mediaset – ha avuto un comportamento positivo in Borsa. Le azioni Mfe B, con dieci diritti di voto, sono piatte a 0,73 euro mentre quelle di tipo A, con un diritto di voto, guadagnano lo 0,38% a 0,54 euro.
In rialzo anche Mondadori che sale dello 0,7% a 2,15 euro.
Le domande a Confalonieri
Nel tentativo di “strappare” qualche informazioni sul contenuto del testamento, i cronisti sotto la sede di Finivest, hanno fatto la posta a Fedele Confalonieri. “Non mi ruba niente, ma non gliele do neanche gratis”, ha risposto alle richieste lo storico amico del Cavaliere. “Non ne so nulla, grazie e arrivederci”, ha aggiunto il presidente di Mediaset, entrando nella sede della holding di famiglia in via Paleocapa.