Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, è esplicito: "Il presidente della Regione, Attilio Fontana, si liberi dal ricatto di Fratelli d’Italia. Sul Fine Vita ha fatto un’inversione a U". Il riferimento è alle parole messe nere su bianco dal governatore lombardo dopo l’incontro con Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, promotrice della proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito. Fontana allora aveva invitato i consiglieri regionali a non rapportarsi al tema in modo pregiudiziale. Invece è quanto sta avvenendo in queste ore, secondo il Pd e i partiti del centrosinistra che contestano la pregiudiziale di costituzionalità con la quale oggi, in Consiglio regionale, il centrodestra dovrebbe metter fine ad ogni discussione su una legge regionale sul Fine Vita senza che alcuna discussione si apra. Non di merito. E non nell’Aula del Pirellone. Una pregiudiziale contestata, però, anche da alcuni esponenti del centrodestra milanese, quelli che dell’area liberale: in 26 hanno firmato un appello col quale chiedono "ai membri dell’Assemblea legislativa della più importante regione italiana di rigettare la pregiudiziale di costituzionalità, entrando nel merito di una discussione alla quale migliaia di cittadini l’hanno chiamata e approvando una proposta di legge riguardante la libertà di scelta di persone in condizione di estrema vulnerabilità le quali, in assenza una normativa regionale, sono spesso costrette ad agire in giudizio per ottenere l’accesso a un trattamento già riconosciuto dai giudici". Tra i 26 firmatari ci sono Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, Gianluca Vago, l’ex rettore dell’Università Statale che Roberto Maroni volle come coordinatore del progetto scientifico del Post Expo, Edoardo Croci, ex assessore comunale alla Mobilità nella Giunta Moratti, Sergio Scalpelli, direttore del Centro Internazionale Brera, oltre a Giulio Gallera, consigliere regionale di Forza Italia che ha già palesato il suo dissenso dalla scelta ella maggioranza.
L’appello a Fontana e ai consiglieri regionali di centrodestra si fa, così, bipartisan. Di nuovo il Pd: "Facciamo un accorato appello perché si possa discutere nel merito della legge a partire da esigenze che ci sono in questa Regione e nel Paese" ha concluso Majorino. Quindi Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd e correlatrice del provvedimento: "La destra ha scelto la strada della pregiudiziale per evitare la discussione e nascondere le divisioni interne. Ha dimostrato così tutta la sua ipocrisia e la sua ignavia, piegandosi al diktat di FdI. Che sia responsabilità e compito della Regione valutare e autorizzare la morte medicalmente assistita è dimostrato dai fatti. Oggi (ieri ndr) ad una persona malata è stato riconosciuto il diritto al suicidio assistito ma, in assenza della legge, senza certezza di tempi e modalità". Infine Emilio Del Bono, vicepresidente del Consiglio regionale: "Stiamo trattando una materia che richiede cautela. La sentenza della Corte ha dato una definizione rigorosa, ha introdotto una libertà soggettiva all’autodeterminazione su come concludere la propria vita in presenza di condizioni chiare e definite. La Consulta stabilisce anche che la verifica delle condizioni e la somministrazione dei farmaci siano garantiti da una struttura pubblica del servizio sanitario. Anche perché occorre evitare abusi. È evidente che il legislatore regionale ha l’obbligo di regolare queste modalità".
Giambattista Anastasio