La vernice arancione sull’Arco della Pace, spruzzata mercoledì da un gruppo di attivisti di Ultima generazione tra le proteste e gli insulti dei passanti, resterà a sfregiare il monumento chissà per quanto tempo. A rimuoverla servirà un intervento simile a quello effettuato sulla statua di Vittorio Emanuele II di piazza Duomo, che era stata imbrattata lo scorso marzo. Significa che ci vorrà un progetto, bisognerà assegnare l’incarico a una squadra di restauratori, posizionare i ponteggi e poi passare alla rimozione. Quanto costerà? Una stima ufficiale non c’è ancora ma con tutta probabilità la cifra sarà simile a quella sborsata per piazza Duomo: 28.950 euro, che in quel caso erano stati messi a disposizione dalla società pubblicitaria Vox Media.
Ma gli eco vandali presto potrebbero ritrovarsi con un conto salatissimo da pagare. Perché quando entreranno in vigore le nuove norme il costo del restauro dei monumenti imbrattati sarà a carico di chi li ha danneggiati.
Lo sottolinea il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: "L’attacco degli eco-vandali all’Arco della Pace di Milano – dichiara – è l’ennesima azione sconsiderata da parte di chi, affermando di voler difendere il pianeta, danneggia monumenti importanti del nostro patrimonio culturale. Nei confronti di costoro è inaccettabile e da irresponsabili mostrare atteggiamenti cedevoli, se non addirittura ammiccanti. Tra qualche settimana, dopo l’approvazione definitiva da parte della Camera, diventerà legge dello Stato la norma che consentirà di far pagare ai vandali i costi degli interventi di ripristino integrale del bene danneggiato. Il principio che voglio ribadire è che chi distrugge dovrà pagare di tasca propria".
Il disegno di legge, di iniziativa governativa, reca disposizioni sanzionatorie, amministrative e penali "in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici". Provvedimento approvato dal Senato nella seduta dell’11 luglio 2023 e trasmesso alla Camera.
Ancora: "Ricordo che attaccare il patrimonio culturale della nazione significa danneggiare beni collettivi che rappresentano la ricchezza di tutti. Ciascun cittadino, come sancisce l’articolo 9 della Costituzione, ha il dovere di preservare questa risorsa preziosa". La speranze che bastasse un getto d’acqua con idranti e qualche solvente sono svanite con il sopralluogo di Sovrintendenza e Comune, giovedì: i tecnici hanno evidenziato la necessità di un restauro vero e proprio del monumento, datato 1838, realizzato in granito di Baveno e rivestito in pietra di Crevola d’Ossola.