Milano – “Un colossale fallimento”. Così i Verdi di Milano definiscono i risultati di Area B a Milano. È questo l’ultimo capitolo della battaglia che oppone il gruppo consiliare guidato da Carlo Monguzzi e la Giunta comunale sulle norme per contrastare la circolazione di veicoli inquinanti in città.
Una battaglia iniziata con le numerose richieste all'assessore alla Mobilità Arianna Censi da parte di un gruppo di consiglieri della sua stessa maggioranza, per ottenere i dati sugli accessi in Area B nell’ultimo anno. Dati che sono stati resi noti questa mattina ma – denuncia Monguzzi – non sono quelli "che avevamo chiesto, ma solo le conclusioni e valutazioni di Amat (Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio del Comune, ndr), che non sono di particolare interesse". Per questo il capogruppo dei Verdi, annuncia la richiesta di un Consiglio comunale "per discutere con dati seri e reali".
Secondo i dati di Amat diffusi dal Comune, Area B raggiunge i risultati prefissati dall'amministrazione comunale: i veicoli diesel maggiormente inquinanti sono infatti diminuiti dell’8%, mentre è in crescita la percentuale di auto elettriche. Un risultato quindi in linea con il “cambiamento del parco macchine” auspicato dal sindaco Sala.
Una ricostruzione che però non convince Monguzzi: “Il raffronto tra i dati di Amat del febbraio 2022 e quelli reali delle telecamere dei 188 varchi è privo di valore scientifico, e comunque sono le stesse cose che ci hanno raccontato a marzo 2023 e il calo dei veicoli inquinanti è lo stesso che c’è in tutta la Lombardia. Anche se piccolo, e da misurare seriamente, è sicuramente un bene, ma il problema principale, grosso come una casa, è che le auto in circolazione non calano”.
Monguzzi aggiunge poi che "la diminuzione in un anno degli ingressi dell’1,3% é purtroppo un colossale fallimento. Non solo, ma prima delle 7.30 e dopo le 19.30 ci sono 200.000 ingressi: sono fantasmi per il Comune? Una città con questa invasione di auto è ingovernabile dal punto di vista del traffico”. Monguzzi ricorda quindi a Sala che “i dati non sono di proprietà di qualcuno, ma sono dei cittadini e devono essere resi pubblici sul sito del Comune”. Per questo “chiediamo che ci sia un Consiglio comunale per discutere seriamente ma con dati seri e reali”.