
La fermata dei taxi in piazza Duomo, nel cuore della città e di Area C
Milano – L’ingresso in Area C sarebbe costato caro a un tassista che si è visto recapitare 119 multe dopo essere entrato nella Zona a traffico limitato "con veicolo non autorizzato", cioè un euro 5 diesel. “Sarebbe“ perché, per sua fortuna, il Giudice di Pace al quale si è rivolto presentando ricorso opponendosi alla pioggia di verbali ha deciso di annullarli tutti eccetto il primo: ergo, dovrà pagare “solo“ 94,36 euro; per gli altri, basterà rimborsare le spese di notifica. Al giudice, il tassista aveva chiesto "l’annullamento o, in subordine, l’applicazione della continuazione e del cumulo giuridico". Dopo l’udienza del 12 gennaio scorso, il 26 marzo è arrivata la sentenza. "Le violazioni – si legge nel provvedimento – devono semmai essere considerate come un’unica infrazione in quanto reiterazioni del medesimo illecito amministrativo, stante la sostanziale omogeneità degli illeciti perpetrati, e avuto riguardo alla natura dei fatti e delle modalità di condotta". Tradotto: solo la prima infrazione viene ritenuta “valida“. E risale al 2022. "Le violazioni amministrative successive alla prima – si prosegue – non sono valutate ai fini della reiterazione, quando sono commesse in tempi ravvicinati e riconducibili a una programmazione unitaria, come nel caso che ci occupa. Deve pertanto ritenersi valido un unico verbale".
Di conseguenza, il giudice "accoglie parzialmente il ricorso e conferma il verbale relativo al primo illecito determinando la sanzione nel minimo edittale di euro 94,36, annullando i rimanenti verbali eccezion fatta per le spese di notifica". Sul sito del Comune si legge che i taxi con targa registrata sono sì esentati dal pagamento del ticket di Area C ma "l’accesso, durante gli orari in cui Area C è attiva – si specifica –, è consentito solo se il veicolo rispetta le prescrizioni ambientali". E l’auto di questo tassista, euro 5 diesel, non le rispettava. "Ma semplicemente – spiega il legale che lo ha difeso, Nicola Castiglioni, del Codacons – era convinto che, essendo il taxi un servizio con finalità pubblica, non ci fossero limitazioni alla circolazione nonostante il veicolo inquinante. Appena saputolo, il tassista ha smesso di circolare in Area C e ha ordinato una vettura ibrida, che ha comportato una spesa non indifferente". L’avvocato riflette anche su un’altra questione: "Il contrasto tra il servizio con finalità pubblica e i limiti di circolazione cittadina. Costituzionalmente, un tassista non potrebbe rifiutarsi di offrire il proprio servizio, neppure in centro. E con un’auto euro 5 diesel si trova a scegliere tra sanzione sicura o svolgimento del proprio dovere".