NICOLA PALMA
Cronaca

Arese, agguato ultrà. Pestaggio per il murale: altri due ai domiciliari: "Matrice ideologica"

Indagine sull’aggressione al consigliere comunale Polonioli e a un amico

Indagine sull’aggressione al consigliere comunale Polonioli e a un amico

Indagine sull’aggressione al consigliere comunale Polonioli e a un amico

"Il 28 settembre 2024, verso le 2, mi trovavo in un bar di Arese insieme a Nicola R., Andrea G. e Leonardo M. Verso le 2.10, Andrea, che stava tornando a casa a bordo della sua auto, contattava telefonicamente Leonardo, al quale riferiva di aver notato due ragazzi che stavano dipingendo la bandiera della Palestina sopra un murales raffigurante la scritta Ultras Arese". È il prologo dell’aggressione subìta poco più di quattro mesi fa dal consigliere comunale Pietro Polonioli e da un suo amico.

A raccontarlo ai carabinieri è stato uno degli aggressori, il ventenne Riccardo S., che ieri si è visto notificare l’ordinanza del gip Sonia Mancini che gli ha imposto la misura cautelare dell’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria. Con lo stesso provvedimento, il giudice ha disposto i domiciliari per Leonardo L. e per il ventitreenne Andrea G., componenti del gruppo di ultrà vicini a CasaPound di cui avrebbe fatto parte pure il venticinquenne Nicola R., già finito ai domiciliari due settimane fa; scagionato, invece, il ventiquattrenne Andrea S., inizialmente arrestato (perché riconosciuto con una percentuale dell’80% da una delle vittime) ma poi scagionato da chi ha effettivamente preso parte all’agguato.

Quella notte, i quattro piombarono in via Gran Paradiso proprio mentre Polonioli e l’amico stavano cancellando la scritta "Diffidati U/A 17" dal muro di un condominio: il primo riuscì a scappare; il secondo fu rincorso, buttato a terra, preso a calci e colpito con una cintura e forse pure con le "bolas" (lacci di cuoio rinforzati con biglie di ferro alle estremità), per poi essere sequestrato per diversi minuti nel Parco Blu.

Al pronto soccorso dell’ospedale di Garbagnate, i medici riscontrarono la presenza di un pallino di tre millimetri nella tempia, tanto che il ragazzo fu operato per la rimozione del corpo estraneo: ora ha uno sfregio sul viso, "al momento ben visibile e potenzialmente deturpante". Il gip ha ritenuto provata anche "la matrice ideologica e politica dell’azione delittuosa", riconducibile "alla frangia più violenta di estrema destra": prova ne sono i sei coltelli, la pistola ad aria compresa e i 22 tubi in poliprolipene trovati a casa di Andrea G.