CLAUDIA CANGEMI
Cronaca

Da Scampia ad Arese: la preside in prima linea

Giuseppina Pelella, dirigente ai licei Fontana e Russell: "Strutture vecchie e burocrazia, ma a Napoli ho imparato la perseveranza"

Giuseppina Pelella con la maglia fucsia

Arese (Milano), 2 gennaio 2021 - Un curriculum di tutto rispetto, di cui potrebbe vantarsi anche un parlamentare o persino un ministro della Pubblica istruzione. Non solo per laurea e master superati con lode, ma anche e forse soprattutto per l’impegno ventennale in uno dei luoghi più “difficili” del nostro tormentato Paese: Scampia. Un quartiere di Napoli il cui nome evoca immagini di criminalità, degrado, “ragazzi a perdere”. Ma Giuseppina Pelella, 53 anni, la nuova dirigente scolastica del liceo artistico Lucio Fontana di Arese e dello scientifico Bertrand Russell di Garbagnate, in veste di insegnante e vicepreside del liceo Elsa Morante è stata capace con altri coraggiosi colleghi di combattere quel “destino segnato” e di cambiare la sorte di più di un adolescente.

Professoressa Pelella, com’è stato trasferirsi da Napoli alla Lombardia e assumere l’incarico in due diversi licei in piena pandemia? "Complicato, come si può immaginare. La nomina è arrivata a fine agosto e nel giro di pochi giorni ho dovuto trovare casa e spostarmi insieme al mio compagno, lasciando in Campania i miei due figli grandi. Il primo settembre ho preso contatto con Tiziana Monti, la preside che è andata in pensione dopo vent’anni esatti di incarico. Non è facile raccogliere una simile eredità, ma devo dire che in queste prime settimane ho avuto modo di apprezzare molto il corpo docente dei due licei: persone competenti e motivate, e credo che lavoreremo molto bene insieme".

Ci racconti qualcosa della sua precedente esperienza. Che cosa insegnava? "Storia e filosofia al liceo Elsa Morante di Scampia. Devo dire che in vent’anni molto è cambiato anche in quel quartiere di periferia in passato sinonimo di camorra, droga, occupazioni abusive, campi rom e lavoro nero. Per qualcuno meno motivato sarebbe stato facile vivacchiare in attesa di trasferimento, invece la difficoltà dell’impresa è stata per me uno stimolo in più. In questi anni si è mosso il meglio della società civile per cambiare le cose, e l’abbattimento delle famigerate Vele con il trasferimento degli occupanti in vere case ha segnato nei mesi scorsi un punto di svolta. Quando iniziai a insegnare in quel liceo, l’aspirazione di molte ragazze era rimanere incinte a 15 anni del figlio di qualche boss locale per potersi “sistemare“. Negli ultimi anni invece ho sperimentato la gioia di vedere sempre più giovani donne diplomarsi con il massimo dei voti e iscriversi all’università Federico II, che tra l’altro aprirà nel quartiere una sezione distaccata. Nel frattempo l’Elsa Morante ha scalato le classifiche ed è oggi nei primi dieci licei della provincia tra gli scientifici e nei primi quattro per le scienze umane".

E come sono stati questi primi mesi “al Nord”? "La pandemia ha reso tutto più complicato: lo sforzo di adeguarsi a norme in continua evoluzione ha assorbito tempo ed energie che avrei voluto dedicare a conoscere meglio il territorio e i ragazzi. È difficile orientarsi per capire le competenze, anche solo per rimediare a un’infiltrazione dal tetto. La burocrazia è sempre complicata, ancor di più per una persona appena arrivata da lontano e in una situazione particolare come l’attuale. Ma i miei vent’anni a Napoli mi hanno insegnato la perseveranza. Inoltre in ogni crisi riesco a vedere un’opportunità. Per esempio la necessità di organizzare la didattica a distanza è stata l’occasione per un balzo in avanti in termini di materiale e di know how che non andrà perso una volta superata l’emergenza. Intanto in questi mesi con un po’ di inventiva e buona volontà siamo riusciti a gestire la Dad in maniera soddisfacente. Vedremo cosa accadrà ora, noi ci stiamo preparando per quanto possibile a tutte le evenienze".

Quali pregi e difetti ha riscontrato nei due licei? "In entrambi i casi colpisce il contrasto tra l’eccellenza dell’insegnamento, che rende i due licei molto ambìti in tutto il circondario, e la precarietà strutturale. Il Fontana è stato creato adattando una scuola materna, il Russell è sottodimensionato e un po’ vetusto, entrambi si sono ben presto rivelati insufficienti rispetto alle esigenze e al numero di iscrizioni, quindi sono stati aggiunti prefabbricati come rimedio provvisorio che però di anno in anno è diventato stabile, con i problemi che si possono immaginare. Ma anche in questo caso, sono fiduciosa e decisa a cercare soluzioni efficaci".