Vicini "scassa-timpani"? Non è un compito di Arpa risolvere il problema. Infatti l’ente interviene solo se la fonte del rumore è causata da un’attività commerciale, produttiva o professionale: in questi casi si deve presentare la segnalazione al Comune che, qualora lo ritenga necessario, provvede a richiedere formalmente il parere dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
Nel 2020 i tecnici hanno effettuato a Milano 55 rilievi fonometrici nelle abitazioni a seguito di esposti; nel 2019 le misurazioni domestiche con il fonometro erano state 115. "Il 2020 è stato un anno particolare anche per noi. A causa della pandemia non abbiamo potuto eseguire misure in ambiente abitativo per circa 6 mesi, perché fra lockdown e zone rosse e arancioni non ci era consentito l’accesso nelle abitazioni. Inoltre le restrizioni e il coprifuoco hanno modificato gli orari di chiusura dei pubblici esercizi e per gran parte dell’anno è venuta meno la sorgente segnalata per l’attività notturna di locali o ristoranti. Infine quando è stato possibile eseguire misure in ambienti abitativi, pur adottando una specifica procedura di sicurezza, c’è chi ha preferito chiedere un rinvio delle misure per evitare rischi di contagio", puntualizza Simona Invernizzi, responsabile dell’unità "Agenti Fisici e Valutazioni Ambientali" di Arpa Lombardia per il dipartimento di Milano e Monza Brianza.
Se le segnalazioni legate alla movida notturna sono state l’anno scorso in calo ("con l’eccezione dell’estate scorsa in occasione della riapertura delle attività" precisa Invernizzi), sono continuati gli esposti causati, ad esempio, da climatizzatori o estrattori d’aria in uso nei pubblici esercizi. La fonte del rumore può essere legata ad attività commerciali: un caso tipico è quello dei supermercati con impianti frigorifero o di climatizzazione che funzionano a massimo regime anche di notte, fonte di disturbo in estate, con le finestre aperte. Sotto "accusa" possono finire anche i centri elaborazioni dati per i sistemi di raffreddamento dei server o impianti particolari in uso negli studi medici.
"A Milano gli esposti per attività produttive (ossia le industrie ndr) sono in numero ridotto, alcuni in zona periferiche. Altri esposti riguardano il traffico autoveicolare, compresi i mezzi pubblici, per la maggior parte il tram. Infine alcuni sono relativi alle attività di cantiere" afferma il manager di Arpa Lombardia.
Annamaria Lazzari