REDAZIONE MILANO

La mafia investe nel caffè: sei arresti tra Milano e Palermo

Operazione della Guardia di finanza contro il clan Fontana, i cui vertici si erano stabiliti nel capoluogo lombardo

Guardia di finanza

Milano, 13 maggio 2019 - I finanzieri del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo, in collaborazione con il Servizio centrale investigazioni sulla criminalità organizzata, stanno eseguendo 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere e il sequestro preventivo di due società. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Palermo su richiesta della Dda.

L'indagine ha consentito di portare alla luce una vera e propria organizzazione finalizzata a gestire gli investimenti della famiglia mafiosa Fontana della zona Acquasanta-Arenella di Palermo, i cui vertici, usciti di galera, si erano stabiliti a Milano. Nell'operazione sono impegnati oltre un centinaio di militari del Nucleo Pef di Palermo e Milano, con il supporto dello Scico di Roma, dei Gruppi di Milano e Palermo; impiegati anche le unità cinofile e un elicottero della Sezione Aerea di Palermo  L'operazione della Guardia di finanza di Palermo sull'asse asse Milano-Palermo, con il sequestro di due società, ha consentito di scoprire gli investimenti della famiglia Fontana nel settore della produzione e distribuzione del caffè.

 L'indagine nasce dalle dichiarazioni rese da due collaboratori di giustizia circa le attività di riciclaggio e reimpiego poste in essere dalla famiglia mafiosa dell'Acquasanta-Arenella. Le attività svolte hanno consentito di portare alla luce una vera e propria organizzazione finalizzata a gestire gli investimenti della famiglia mafiosa dei Fontana, i cui capi - usciti di galera - si erano trasferiti a Milano, dove avevano avviato altre attività, di recente sottoposte a sequestro di prevenzione. Gli arrestati sono accusati a vario titolo per i reati di riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, tutti con l'aggravante mafiosa. Mirate indagini bancarie e meticolose ricostruzioni patrimoniali hanno consentito di tracciare il rientro degli investimenti di capitali illeciti nella disponibilità dei Fontana, anche attraverso l'interposizione fittizia di diverse persone.