L’arresto cardiaco a scuola, durante l’ora di ginnastica, due lunghissimi giorni di agonia in ospedale, e ieri sera la morte cerebrale. Non ce l’ha fatta Giada Pollara, 15enne di Busnago, alunna del liceo delle scienze umane all’Istituto superiore Marisa Bellisario di Inzago, dove l’altra mattina si era sentita male durante un esercizio, e si era accasciata davanti ai compagni. Nel disperato tentativo di salvarle la vita i medici dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo l’avevano collegata a un cuore artificiale. Ma ogni tentativo è stato vano. Ora il dolore per l’assurdo e tragico destino della giovane unisce due comunità. Busnago, dove la ragazza viveva con la famiglia, e Inzago, dove compagni, insegnanti e scuola intera hanno inutilmente atteso, sino a ieri sera, buone notizie. Il drammatico episodio risale all’altra mattina. Giada si era sentita male all’improvviso in palestra, durante l’ora di educazione motoria, dedicata al test di Cooper.
L’adolescente era caduta faccia a terra all’improvviso, priva di sensi, davanti agli occhi sgomenti di professori e compagni. Immediata era scattata la macchina interna dell’emergenza: massaggio cardiaco, defibrillatore, chiamata immediata al 118. I sanitari l’avevano poi caricata in eliambulanza alla volta dell’ospedale di Bergamo. Qui la ragazzina è rimasta ricoverata in terapia intensiva, senza segni di miglioramento e senza mai riprendere conoscenza.
Nella serata di ieri la notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere: dichiarata la morte cerebrale. "Abbiamo avuto la notizia, siamo distrutti e affranti – dice il preside della Bellisario, Gustavo Matassa –. Tutta la comunità dell’istituto Bellisario si stringe attorno al dolore della famiglia". E il dolore travolge la comunità di Busnago, dove Giada viveva con la famiglia, aveva molti amici ed era attivo membro della comunità di adolescenti dell’oratorio. Da qui, l’altra sera, era partito un accorato appello alla preghiera: "Giada era in oratorio l’altra sera per la catechesi. Il suo cuore si è fermato a scuola. Ora è ricoverata a Bergamo, tenuta in vita da un cuore artificiale. Ha bisogno di tutte le nostre preghiere, rompiamo il più possibile le scatole al Signore, strappiamogli una grazia". Saranno forse gli accertamenti ulteriori a chiarire se la ragazzina avesse patologie pregresse e comunque non note che possano aver originato l’arresto cardiaco fatale. Sarebbero state escluse correlazioni dirette con l’attività che la giovane stava svolgendo poco prima del malore, il test di Cooper, da molti anni proposto nelle scuole per testare la resistenza dei ragazzi e valutare il livello di preparazione atletica. Una prova di corsa da cui vengono comunque dispensati studenti con patologie certificate di tipo cardiaco o respiratorio.