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"Accuse incrinate": scarcerato Rossano Cochis, ex braccio destro di Vallanzasca

L'uomo era stato arrestato lo scorso giugno

Rossano Cochis (Newpress)

Milano, 21 settembre 2016 - E' stato arrestato a giugno, dopo aver già trascorso 37 anni in carcere e aver poi ottenuto la liberazione condizionale, Rossano Cochis, ex 'braccio destro' di Renato Vallanzasca, l'ex boss della mala milanese, è stato scarcerato dal gip di Milano Andrea Ghinetti.  Il suo difensore, l'avvocato Ermanno Gorpia, infatti, aveva chiesto e ottenuto un incidente probatorio per vedere se la presunta vittima lo riconoscesse o meno tra i suoi presunti estorsori, ma la "persona offesa" non si è presentata depositando un certificato medico "evanescente", come scritto dallo stesso pm Angelo Renna. 

Dopo l'arresto, Cochis rischiava seriamente di vedersi revocare la liberazione condizionale, misura alternativa alla detenzione che permette di scontare il residuo pena fuori dal carcere in libertà vigilata. Ora, però, dopo la revoca della misura cautelare decisa dal gip anche su istanza del pm, il mantenimento della liberazione condizionale dipenderà dall'esito dell'indagine (Cochis resta indagato a piede libero). Dopo essere rimasto in carcere dal '77 al 2014 per sequestro di persona a scopo di estorsione, omicidio aggravato, partecipazione a banda armata, rapine e altri reati (tra cui una storica evasione nel 1976 dal carcere di La Spezia), Cochis, amico fraterno di Vallanzasca, era stato arrestato il 6 giugno scorso dagli agenti del commissariato Greco-Turro per una tentata estorsione in concorso con due complici (anche per loro, tra l'altro, il gip ha disposto la revoca delle misure cautelari).

Secondo l'accusa, Cochis e gli altri due si sarebbero finti avvocati e avrebbero minacciato il giovane per spingerlo a pagare 200mila euro per il mancato acquisto di un appartamento da 2 milioni di euro in centro a Milano. L'inchiesta era scattata dopo la denuncia del 26enne di origine siciliana, che poi, però, nei giorni scorsi, non si è presentato all'incidente probatorio. Il pm ha preso atto del "certificato medico evanescente e non rappresentativo di una patologia" depositato dalla persona offesa e, sottolineando che "tale comportamento processuale è inevitabilmente sintomatico di una oggettiva incrinatura nella valutazione complessiva della fonte di prova", ha chiesto la scarcerazione. Istanza accolta ieri dal gip.