MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Anziano riceve un’ingiunzione di pagamento da mille euro, è per il fratello: “Ma è morto da 12 anni”

La denuncia di Benito Picciolo, 82 anni, che ha ricevuto una raccomandata da MM. “Quando abbiamo consegnato l’appartamento, Aler non ha avuto nulla da obiettare”

Benito Picciolo mostra la lettera ricevuta da MM (Foto Davide Canella)

Benito Picciolo mostra la lettera ricevuta da MM (Foto Davide Canella)

Milano, 23 ottobre 2024 – “Le comunichiamo che, da una verifica contabile effettuata, non risulta pervenuto il pagamento delle bollette relative a canone di locazione/indennità di occupazione e spese per un totale che ammonta a 934,23 euro”.

È il contenuto della raccomandata ricevuta da Benito Picciolo, ottantaduenne milanese, nei giorni scorsi. A scrivere è MM, gestore delle case popolari di proprietà del Comune. “Peccato che io – spiega al Giorno il signor Picciolo – sia residente in una casa privata. E che probabilmente questo presunto debito sia stato attribuito a mio fratello. Che è morto quasi 12 anni fa”. Quando ha aperto il foglio, l’anziano ha sudato freddo. “Quasi mille euro da pagare sono tanti. Ma perché, dopo tutti questi anni?”.

Il fratello Gaetano, racconta, abitava in un alloggio pubblico di via Ciriè, in zona Niguarda, che era stata in precedenza la casa di famiglia, “dal 1956”. Poi “alla morte dei genitori – racconta – è rimasto solo mio fratello ad abitarci, come inquilino regolare, perché il contratto è passato a lui”. Tutto bene finché a maggio del 2013 “purtroppo mio fratello è deceduto”, continua il signor Picciolo.

A quel punto, “io ho sgomberato l’alloggio e ho consegnato le chiavi al gestore”, che allora era Aler. “C’è stato proprio un incontro. E io non avevo nulla da pagare, ne sono certo. Altrimenti, se ci fossero stati degli arretrati, me lo avrebbero detto”.

La staffetta

Alla fine del 2014 la gestione del patrimonio abitativo del Comune è passata a MM. “E io non ho più pensato alla casa che era stata assegnata alla mia famiglia e poi a mio fratello. Perché avrei dovuto, d’altronde?”. Ma nei giorni scorsi si è visto recapitare una raccomandata. “In questa lettera, MM mi chiede quasi mille euro. Mi domando perché, dopo tanti anni, considerando che mio fratello è deceduto nel 2013”. Nel primo paragrafo si indica a quanto ammonta la somma da versare (934,23 euro).

Poi si aggiunge che “facendo seguito a precedenti solleciti (che però il signor Picciolo sostiene di non aver mai ricevuto), la diffidiamo a voler provvedere al pagamento entro e non oltre 30 giorni”. Gli si offre anche possibilità di rateazione. E “in caso di mancato pagamento o di mancata richiesta di piano di rientro, si procederà con riscossione coattiva”.

La beffa

L’ottantaduenne fa sapere di aver subito chiesto chiarimenti agli uffici di MM “e mi è stato dato appuntamento per il 12 dicembre. Quando il termine per il pagamento che mi viene chiesto sarà scaduto. E io cosa faccio? Non mi sembra giusto pagare. Per quale motivo dovrei, dato che mio fratello è morto nel 2013 e la casa è stata regolarmente riconsegnata al Comune?”.

MM, contattata dal Giorno, spiega che quanto richiesto è relativo a “morosità pregresse” relative al periodo di gestione Aler e che l’Aler aveva già comunicato con il signor Benito Picciolo. La prima missiva risalirebbe alla fine del 2014 (prima del passaggio alla gestione MM) e poi ne sarebbero state inviate almeno altre due. In ogni caso l’azienda sta cercando di fare luce sulla questione e offre massima disponibilità a chiarire la situazione con il signor Picciolo.