REDAZIONE MILANO

Fermato per spaccio in centro a Milano, gli trovano in casa una stanza segreta con mitragliatrici e fucili

La perquisizione domiciliare nel varesotto ha svelato un arsenale. Giovanni Abilone è già indagato nell'ambito dell'indagine Hydra della DDA ed è ritenuto collegato al "mandamento di Castelvetrano" di Matteo Messina Denaro

Milano, 23 gennaio 2025 – Fermato in centro a Milano perché si guardava intorno con fare sospetto, un uomo di 44 anni, Giovanni Abilone, è stato poi arrestato dalla Polizia di Stato per una sfilza di ipotesi di reato: spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, armi da guerra e armi clandestine con relativo munizionamento. Abilone non sarebbe uno qualsiasi: si tratterebbe di uno degli "esponenti mafiosi" collegati al "mandamento di Castelvetrano" di Matteo Messina Denaro, morto nel 2023, e dei presunti affiliati dell'alleanza tra tre mafie, Cosa Nostra, camorra e 'ndrangheta.

I controlli anti spaccio

Ma andiamo con ordine. Ieri pomeriggio gli agenti della Sesta Sezione della Squadra Mobile, nel corso di un servizio mirato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti in zona Monforte Vittoria, hanno notato in via Archimede un uomo, a bordo della sua auto, intento a guardarsi intorno con fare sospetto. 

Mentre era sotto osservazione, è stato raggiunto da un altro soggetto che è salito sulla sua auto, per poi scendere immediatamente. Il 44enne, ripresa la marcia, è stato fermato dagli agenti in piazza San Babila. In auto, nascoste nell’abitacolo c’erano 19 dosi di cocaina occultate nell'abitacolo per un peso di circa 24 grammi, oltre a materiale da confezionamento.

La scoperta dell’arsenale

Ma l'attenzione degli agenti si è subito concentrata sullo schienale del sedile lato passeggero, dove era posta una borsa a tracolla in cui è risultato poi occultato un revolver calibro 38 con 5 proiettili nel tamburo. Una volta accompagnato in Questura, l'uomo è stato trovato in possesso di un mazzo di chiavi e un telecomando di un magazzino per attrezzi. A quel punto gli agenti hanno raggiunto la sua abitazione a Taino (Varese) per effettuare delle perquisizioni domiciliari. E lì, nel capanno, gli investigatori hanno notato che la planimetria della struttura non combaciava con i reali spazi al suo interno e, svolgendo degli attenti accertamenti, hanno individuato una "stanza segreta" al cui interno erano custodite armi e munizioni. Sono state così sequestrate sei pistole, due mitragliatrici, due fucili e circa 1.300 munizioni di vario genere, oltre a caricatori e silenziatori. Il 44enne, già indagato nell'ambito dell'indagine Hydra della DDA di Milano, dopo gli accertamenti di rito è stato condotto presso il carcere di San Vittore. La pm di turno di Milano, Roberta Amadeo, ha chiesto la convalida dell'arresto e la custodia cautelare in carcere.

L’inchiesta Hydra

Nell'ottobre 2023 il gip aveva rigettato 142 istanze della Dda di misura cautelare su 153 nell'inchiesta "Hydra", disponendo 11 arresti e bocciando l'accusa di associazione mafiosa come "consorzio" delle tre mafie, ribattezzato dal pm Alessandra Cerreti e dal procuratore Marcello Villa "sistema mafioso lombardo". Il Riesame, poi, ha accolto il ricorso della Procura, disponendo la custodia cautelare in carcere per una quarantina di indagati. In questi giorni la Cassazione, accogliendo la linea dei pm e del Riesame, sta respingendo i ricorsi delle difese e i carabinieri, dopo le varie udienze in corso fino a metà febbraio, stanno eseguendo gli arresti per associazione mafiosa.