
carcere San Vittore
Milano, 1 aprile 2019 - Parte una settimana davvero interessante, dal 1 al 7 aprile, dedicata all’arte moderna e contemporanea con mostre da visitare, inaugurazioni, appuntamenti dedicati all’arte performativa (da San Vittore al Teatro dell’arte in Triennale), visite guidate, iniziative speciali, nelle diverse sedi espositive della città: da Palazzo Reale al PAC, dall’Hangar Bicocca al Museo del Novecento e a Palazzo Pusterla. Il palinsesto di Art Week coinvolgerà musei, fondazioni, gallerie private e spazi urbani attraverso temi di grande attualità: dai cambiamenti climatici alla creatività femminile, fino alle nuove tecnologie. E traghetterà visitatori e turisti verso Miart, la Fiera internazionale d’Arte Moderna, (dal 5 al 7 aprile): accoglie 185 gallerie provenienti da 19 Paesi che espongono opere di artisti e designer sia affermati sia emergenti. Tra le novità di Art Week l’apertura straordinaria di Palazzo Pusterla con la mostra “Hana to Yama” di Linda Fregni Nagler e l’ingresso gratuito al Museo del Novecento sabato 6 aprile.
Anche l’aeroporto di Malpensa si trasforma in location artistica: al Terminal 1 è il Novecento è protagonista con un allestimento speciale dedicato ai Sette Savi di Fausto Melotti. Caselli daziari di Porta Venezia rivestiti con sacchi di «iuta» per l’imponente installazione site specific A Friend, realizzata per l’occasione dall’artista ghanese Ibrahim Mahama e prodotta da Fondazione Trussardi. E dal 9 aprile al 14 appuntamento con il Salone del Mobile e le iniziative del Fuorisalone.
Venti minuti ad alta intensità emotiva, dove l’immaginazione corre a briglia sciolta, libera, l’unico fattore effettivamente non «carcerabile». Tanto dura la performance che promette di lasciare un segno. L’arte contemporanea entrerà, per la prima volta, dopodomani (posti esauriti ma ci sarà presto una nuova data per la replica), in maniera dirompente, nel carcere di San Vittore. Con uno spettacolo che coinvolgerà dieci detenute della compagnia teatrale Cetec Dentro/fuori San Vittore. Come costruire una direzione è il titolo (emblematico) della performance-mostra studiata da Andrea Bianconi per il Panopticon, da cui si dipartono i sei raggi della struttura penitenziaria.
L’artista allestirà della gabbie, riflesso speculare della condizione carceraria ma ne ribalta il segno dando un «connotato liberatorio», positivo: sono le gabbie dei nostri desideri, le cui porte sono aperte. «Al centro del Panopticon ci sarà una gabbia che avrà le porte aperte, è mezza sfondata - racconta Bianconi, vicentino, che ha fatto performance in ogni angolo del mondo, da Mosca a Shanghai - come fosse una corolla di un fiore. Protegge i pensieri ma non opprime, è il luogo di un desiderio da liberare mentre la freccia diventa il simbolo di questo desiderio che prende il volo. L’arte ha in sè sempre un’apertura al futuro anche quando veicola messaggi drammatici. L’arte è coraggio che stimola altro coraggio nelle persone». E a fare da sottofondo sonoro il motivo incalzante, ossessivo e insieme utopico di «Fantastic planet», ripetuto più volte, dove il fantastico è figlio dell’immaginazione di ognuno. A concludere la perfomance il canto di una filastrocca scritta da Bianconi sul motivo di una popolare canzone per bambini, dal titolo La Freccia. E sono cinquanta i disegni che resterannno appesi per un mese nel lungo corridoio che porta alla rotonda del Panopticon. Anche qui tema dominante è la freccia. «Felice ossesione» nella grammatica di Bianconi, energia liberante ma anche direzione, un percorso possibile per ciascuno.
«La presenza di Andrea Bianconi a San Vittore è frutto di un progetto messo a punto con Casa Testori - spiega Giuseppe Frangi che ne è il curatore ed è il presidente dell’associazione Casa Testori - Una cosa che mi pare importante sottolineare perché in questo modo si rinnova una sensibilità che aveva contraddistinto Giovanni Testori, come persona e come intellettuale. Più volte Testori era venuto a San Vittore e aveva sollecitato un’attenzione diversa da parte della città. Essere qui, portando un gesto artistico che parla di libertà e di desiderio di cambiamento, è un modo per rinnovare quella sua convinzione che la cultura per essere vera deve sempre mischiarsi con la vita».