NICOLA PALMA
Cronaca

Artem Uss, mancano due pedine nel risiko della fuga dell’imprenditore russo. Il ruolo della Serbia

Fermato a Lubiana Matej Janezic, era nel commando che agì a Basiglio. In cinque prelevarono e portarono oltre confine l’imprenditore agli arresti. All’appello mancano un manager d’hotel e il suo autista factotum

Artem Uss

Milano – Ora ne restano soltanto due da prendere, Srdan Lolic e Nebojsa Ilic, ma in quel caso tanto sembra dipendere più dall’effettiva volontà delle autorità serbe di provvedere alla cattura che dalla difficoltà di localizzare il direttore commerciale di un albergo di Belgrado e il suo fidato autista factotum.

Intanto, però, il terzo uomo dell’esfiltrazione di Artem Aleksandrovich Uss, l’imprenditore russo sparito il 22 marzo 2023 dalla casa di Basiglio in cui era recluso ai domiciliari, è finito in manette: venerdì il trentanovenne Matej Janezic è stato bloccato a Lubiana dalle forze dell’ordine slovene, sulla base delle indicazioni fornite dai carabinieri milanesi che indagano da dieci mesi sull’evasione del figlio del governatore della regione di Krasnoyarsk Krai e fedelissimo di Vladimir Putin.

Prima di lui, a inizio dicembre, erano stati presi in Croazia il presunto organizzatore dell’operazione, il cinquantaduenne bosniaco Vladimir Jovancic detto "Vlado il Vecchio", e a Desenzano del Garda il figlio ventisettenne Boris.

I militari del Nucleo investigativo di via Moscova, coordinati dal pm Giovanni Tarzia e guidati dal colonnello Antonio Coppola e dai tenenti colonnelli Fabio Rufino e Marco D’Aleo, sono riusciti a ricostruire sia le fasi che hanno preceduto il blitz sia quelle che hanno portato Uss all’estero, passando al setaccio filmati delle telecamere di videosorveglianza e tabulati telefonici.

Dagli atti, condensati nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Anna Magelli, emerge che l’evasione è stata preceduta da almeno cinque sopralluoghi in città. Dopo il secondo, andato in scena il 17 febbraio, verranno registrate anomalie sul dispositivo elettronico (20 allarmi in due giorni) applicato sulla caviglia di Uss, arrestato a Malpensa il 17 ottobre 2022 perché inseguito da un mandato di cattura made in Usa per contrabbando di petrolio e tecnologie militari e messo ai domiciliari un mese dopo in attesa dell’estradizione oltre Atlantico.

A coordinare le operazioni è sempre Jovancic senior, affiancato a turno da altri. Tra loro c’è sicuramente Lolic, che tra il 16 febbraio e il primo marzo viene registrato in due alberghi cinque stelle del Quadrilatero della Moda e di corso Italia. La sera prima dell’azione, arrivano in Italia una Fiat Bravo, due Volvo e un’Audi A8, quest’ultima data in leasing all’hotel di Belgrado dove il serbo ricopre l’incarico di direttore commerciale. Ed eccoci al 22 marzo: il gruppo si dà appuntamento in un ristorante di Lacchiarella per mettere a punto gli ultimi dettagli. Alle 13.42, "il Vecchio" si presenta a Borgo Vione, complesso residenziale extralusso immerso nel verde di Basiglio, a bordo della Bravo guidata dal figlio. Un minuto dopo, esce con Uss, che sale con lui sulla Fiat e sparisce nel nulla.

Cosa succede dopo? La Bravo guidata da Jovancic junior si dirige verso il lago di Garda: Uss non si trova più su quella macchina. Le due Volvo e l’A8 puntano verso l’autostrada A34, per passare il confine a San Pietro, frazione di Gorizia: il russo è su una delle auto, con le altre due a fare da staffetta. Al volante di una delle Volvo, la S80, c’è Janezic. Che della berlina parlerà intercettato il 24 aprile 2023 con un amico che gli chiedeva lumi sulle norme anti-inquinamento in vigore all’ombra della Madonnina: "Io sono stato a Milano... sono stato lì con la Volvo, sono stato a Milano, ti dico!". E in effetti il coinvolgimento diretto del trentanovenne nell’operazione è certificato dal fatto che la sua utenza telefonica, come quelle dei presunti complici, ha agganciato le celle che coprono le zone frequentate dalla banda sia nelle fasi preparatorire sia in quelle della fuga vera e propria.