ANNA GIORGI
Cronaca

Artem Uss e la banda dell’Est, la grande evasione dell’oligarca: logistica, auto, sopralluoghi. E l’aiuto essenziale della moglie

Maria Yagodina pagò e fornì un cellulare al gruppo. Il blitz a Borgo Vione e la carovana diretta in Serbia. "L’inchiesta non è finita"

Artem Uss

Un’indagine sulla rete che ha garantito la “logistica“ e l’esclusione, ad oggi, della moglie Maria Yagodina, da ogni ipotesi di reato, anche se ci sarebbero prove concrete di un aiuto consistente della donna, che avrebbe fornito soldi, 10mila euro e un cellulare ai complici, incontrati in centro a Milano, per agevolare l’evasione del marito Artem Uss, figlio di un potente politico russo vicino al presidente Vladimir Putin. Non ci sarebbe invece evidenza del coinvolgimento di servizi segreti russi nella operazione. Hanno spiegato così il procuratore capo Marcello Viola e il pm Giovanni Tarzia, l’operazione, dopo un’indagine di 5 mesi, che ha portato all’arresto di cinque complici nella fuga di Uss.

In manette sono finiti Vladimir e Boris Jovancic, padre e figlio di origini bosniache, il primo in Croazia con la collaborazione dell’Fbi e il secondo a Desenzano del Garda (Brescia). L’operazione "è tuttora in corso", hanno chiarito i pm, e si stanno cercando gli altri tre complici. "È pressoché certo - si legge nella richiesta di custodia cautelare - che vi sia stato, nell’organizzazione dell’evasione, l’intervento di altri soggetti che hanno mediato, ovvero hanno identificato, incaricato e messo in contatto il gruppo esecutivo con l’evaso". Con una "carovana" di quattro auto Uss venne portato il 22 marzo da Basiglio (Milano), dove era ai domiciliari con braccialetto elettronico (suonò 124 volte in 79 giorni, in gran parte falsi allarmi), fino al confine con la Slovenia e poi fino in Serbia, da dove con un aereo sarebbe arrivato in Russia. Il giorno prima la Corte d’Appello milanese aveva dato il via libera all’estradizione chiesta dagli Usa per reati tra cui il traffico di materiale civile e militare e l’esportazione di petrolio dal Venezuela.

È «plausibile - scrive il pm Tarzia - che il gruppo sia stato ben remunerato non risultando alcun pregresso rapporto con Uss, che possa far ritenere sussistente una ragione, diversa da quella economica". Sui media americani è stato scritto che uno di loro avrebbe incassato almeno 40mila euro, anche se al momento gli investigatori italiani, che hanno analizzato "11 milioni di righe di tabulati telefonici", non hanno dati certi. Il basista Vladimir Jovancic ha precedenti "per una serie di gravi reati contro il patrimonio, oltre ad essere risultato inserito in un contesto criminale strutturato ed organizzato riconducibile all’area dell’Est Europe". La moglie di Uss, la Yagodina, avrebbe inoltre fornito aiuto a Jovancic, dopo averlo incontrato in un hotel di Milano. Era stata sempre lei ad acquistare un appartamento al Borgo di Vione, spostando lì la sua residenza, e prenderne un altro in affitto nel stesso complesso residenziale perché il primo era in ristrutturazione. Oggi intanto, per rogatoria dal gip di Brescia sarà interrogato Boris Jovancic, che potrebbe scegliere di non rispondere.