Il presidente facente funzioni del Tribunale di Milano, Fabio Roia, parla di una "deriva pericolosa", un’azione che "scardina il principio della separazione dei poteri". Armando Spataro, storica toga milanese, ex procuratore aggiunto a Milano ed ex procuratore a Torino, non usa mezzi termini: "Non mi sono mai incazz... come in questa occasione, nessun ministro era arrivato ad una decisione di questo tipo, neanche in passato".
Attacchi al ministro
Le bordate dei magistrati sono rivolte al ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo l’azione disciplinare nei confronti dei tre giudici della Corte d’Appello che, il 25 novembre, hanno concesso gli arresti domiciliari con braccialetto ad Artem Uss. L’uomo d’affari è fuggito il 22 marzo, riuscendo a raggiungere la Russia. Uno scontro fra toghe milanesi e guardasigilli, fra magistratura e politica, che porta indietro le lancette dell’orologio al passato, ai contrasti legati alle vicende giudiziarie che hanno riguardato l’ex premier Silvio Berlusconi.
In mattinata la giunta milanese dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) ha diffuso una nota che è un duro atto d’accusa nei confronti di Nordio: "Il Ministro utilizza in via strumentale una contestazione disciplinare (...) pacificamente riservata a provvedimenti clamorosamente errati, abnormi o con finalità extra-processuali" per "orientare l’attività giudiziaria".
L'assemblea
Nel pomeriggio l’Anm ha indetto un’assemblea straordinaria, nell’aula magna del Palazzo di giustizia di Milano. All’assemblea, a cui hanno partecipato un centinaio di magistrati, oltre ad una settantina almeno collegati da remoto, è intervenuto, tra gli altri, anche l’ex presidente dell’Anm Luca Poniz, lanciando un forte messaggio di solidarietà nei confronti dei tre giudici: "Noi tutti siamo i giudici di quel collegio".
E ancora: "Quello che è successo - ha aggiunto Poniz - è una eco di ciò che è avvenuto già in Polonia, in Ungheria e che sta avvenendo in Israele, servono reazioni come questa assemblea e anche più ferme".
Per il giudice Domenico Santoro, contro questa "iniziativa disciplinare" che mette a rischio "autonomia e indipendenza della magistratura" chiamata a prendere decisioni, "Milano deve dare un segnale a tutta la magistratura, il segnale di chi continua ad avere la schiena diritta".