
Un asilo nido
Milano, 27 giugno 2019 - «Non solo slogan. Ok “nidi gratis”, ma adesso serve di più per risolvere il vero problema: aumentare i posti negli asili». L’assessore all’Educazione Laura Galimberti torna a bussare in Regione. Anche per l’anno educativo 2019/2020 il Comune di Milano aderisce a “Nidi gratis”, l’iniziativa di Palazzo Lombardia per aiutare le famiglie meno abbienti (con Isee uguale o inferiore a 20mila euro, ndr) a coprire la retta dell’asilo: per il 2018 sono arrivati a Palazzo Marino circa 290mila euro al mese, per circa 1.590 bambini iscritti.
Ma Galimberti fa i conti: «Il Comune di Milano copre per intero tutta la retta per le famiglie con Isee da zero a 6.500 euro, ovvero per 2.108 bimbi il nido è già completamente gratuito; 3.600 bimbi invece entrano a prezzi agevolati». Fra i 6.500 e 12.500 euro si pagano 103 euro al mese, un quinto quasi della quota più alta, fra i 12.500 e i 27mila la retta è di 232 euro. Nella fascia calmierata ci sono altri 3.600 bimbi. «All’interno di questi 3.600 - continua Galimberti – la Regione dà al Comune i fondi per rimborsare o evitare di far versare alle famiglie le quote. Va bene, ma così aiutiamo solo un pezzettino di famiglie, che già sono aiutate. È tempo di sostenere anche chi non riesce ad accedere al servizio». Per settembre sono già 2.300 i bimbi in lista d’attesa a Milano. E le domande sono in continua crescita. Anche sull’impegno economico l’assessore comunale all’Educazione ricorda la forbice: «A fronte di 280mila euro al mese che la Regione rimborsa, il Comune mette a carico proprio 2.300.000 euro al mese se prendiamo come parametro la retta massima per i residenti nei nostri nidi; se consideriamo anche i posti convenzionati che compriamo dai privati a 600 euro al mese saliamo a oltre 3.500.000 euro. E se calcoliamo davvero quanto costa il servizio e le spese per gli immobili arriviamo a 5.400.000 euro al mese. Nidi gratis è un bello slogan, ma senza il servizio del Comune non potrebbe esserci questa misura, visto che il maggior numero di famiglie milanesi viene da noi».
Un tavolo sul tema è già stato aperto con Palazzo Lombardia. «Vanno studiate modalità per ampliare il perimetro del servizio - chiede Galimberti -. E sono modalità che può studiare la Regione, anche con bonus direttamente alle famiglie per permetterle di accedere al servizio perché sempre più genitori si accorgono che il nido non è un “parcheggio” o un semplice aiuto “logistico” alla famiglia, ma ha un valore educativo importante. Abbiamo limiti regionali per numeri di classi, educatrici, ore. Forse qualche regola si potrebbe rendere più flessibile, sempre garantendo la qualità che a Milano è riconosciuta. Non solo venendo incontro agli enti locali ma anche ai gestori privati con l’obiettivo di accogliere nei nidi un maggior numero di bimbi».