Il nido degli orrori a Vanzago, una delle educatrici lascia gli arresti domiciliari

Per lei obbligo di dimora e interdizione dalla professioni. Era stata arrestata insieme a una collega e alla titolare della struttura

Un asilo nido (Immagine d'archivio)

Un asilo nido (Immagine d'archivio)

Vanzago (Milano), 27 agosto 2024 - Più che un asilo nido privato, era un “lager” per bimbi a Vanzago, almeno secondo le accuse della Procura: la titolare e due educatrici erano arrestate a fine luglio.

Ora una delle due dipendenti, su decisione del Tribunale del Riesame, passa dagli arresti domiciliari alla interdizione dalla professione, con obbligo di dimora. Lei con la collega e la titolare sono accusate di maltrattamenti ai danni di bimbi: 35.

La struttura era già finita al centro di un'inchiesta analoga nel gennaio del 2023 e la stessa responsabile del nido privato aveva ricevuto una misura interdittiva e l'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Misure che, però, come aveva osservato il gip di Milano Giulio Fanales nella nuova ordinanza nell'inchiesta del pm Maria Cardellicchio e del Nucleo investigativo dei carabinieri, "si sono rivelate inadeguate".

Dalle nuove indagini e in particolare dalle testimonianze di ex educatrici, intercettazioni e dai filmati delle telecamere nascoste, è emerso che la responsabile e le altre due indagate avrebbero urlato a poca distanza dal viso dei bambini, usato toni molto aggressivi ed espressioni scurrili, e poi ancora, secondo l'accusa, li strattonavano, tiravano loro le orecchie e li confinavano in stanze buie per "punirli".

Una delle educatrici ha presentato ricorso al Riesame contro i domiciliari e la misura cautelare è stata sostituita con l'interdittiva dalla professione (un anno la durata massima prevista per legge) e con l'obbligo di dimora. Mentre restano ai domiciliari, dopo gli arresti del 24 luglio, la titolare e l'altra indagata.

La responsabile, che è già a processo per i fatti al centro della prima indagine, davanti al gip, difesa dall'avvocato Michele D'Agostino, aveva affermato che non si era trattato di maltrattamenti o abusi, ma solo di un "metodo educativo deciso". Ha deciso, però, di sospendere la sua attività e chiudere l'asilo.