"Una sonora bocciatura e un’ottima notizia": così il Coordinamento Nazionale delle Famiglie con Disabilità (Confad) commenta lo stop all’emendamento al disegno di legge sulle “Misure di garanzia per le prestazioni sanitarie“ presentato dalla senatrice leghista Maria Cristina Cantù. Approvata nelle scorse settimane dalla Commissione Affari Sociali del Senato, la proposta di modifica non ha ottenuto il parere favorevole del Ministero dell’Economia e delle Finanze e non ha potuto proseguire il proprio iter. Si tratta dell’emendamento che prevedeva di separare le spese socio-assistenziali di rilievo sanitario dalle spese sanitarie. Tra le prime rientrano le spese necessarie per i servizi che tutelano la dignità della persona non autosufficiente: l’assistenza per l’igiene personale, la vestizione e l’alimentazione, ma anche per la mobilizzazione delle articolazioni. Emendamento voleva che tali spese non fossero più incluse nel budget della sanità pubblica. Venuto meno l’ombrello del servizio sanitario, queste spese sarebbero state scaricate su enti locali e famiglie. Da qui la protesta delle associazioni della disabilità. E, ora, la soddisfazione per lo stop: "Una sonora bocciatura, un’ottima notizia che segna un importante passo nel controllo delle proposte legislative che potrebbero impattare sul bilancio statale – dichiara Alessandro Chiarini, presidente di Confad –. L’emendamento ha suscitato preoccupazioni per le ricadute sulla qualità della vita delle persone con disabilità. Confad aveva espresso preoccupazione e scritto ai ministri della Salute, del Lavoro e della Disabilità sottolineando come la proposta fosse anticostituzionale, in contrasto coi LEA e la Convenzione Onu del 2006".Gi.An.
CronacaAssistenza alla gravissima disabilità. Stop all’emendamento della Cantù