Milano – L’ex primario del Cto-Pini Norberto Confalonieri non dovrà restituire i 111mila euro incassati tra 2006 e 2014 per docenze e consulenze per colossi della farmaceutica e società di prodotti medicali. La terza sezione d’appello della Corte dei Conti ha confermato il verdetto emesso nel 2021 dalla Corte dei Conti della Lombardia, respingendo il ricorso della Procura regionale e assolvendo in via definitiva il settantunenne, già scagionato penalmente in appello (dopo la condanna a 6 anni e mezzo in primo grado) dall’accusa di corruzione che lo aveva portato ai domiciliari nel marzo 2017 con la poco lusinghiera nomea di "spaccaossa" (è stato prosciolto anche per le presunte lesioni ad alcuni pazienti).
Diventato nel settembre 2004 direttore della struttura complessa di Ortopedia e traumatologia del Cto, Confalonieri ha esercitato l’opzione per il regime di libera professione extramuraria, rinunciando così al vincolo di esclusività. Pur prendendo atto di questa scelta, i pm contabili hanno citato in giudizio il camice bianco per "una consistente attività professionale esterna, costituita da docenze e consulenze in favore di società operanti in ambito sanitario, in assenza della necessaria autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza".
Ecco l’elenco: attività di consulenza dal 13 gennaio al 10 novembre 2006 da 15mila euro per Lima Corporate spa, multinazionale italiana che produce e commercializza protesi ortopediche; attività di relatore/docente di due giorni (12-13 dicembre 2008) da 1.500 euro per Oic srl; consulenza del 28 aprile 2010 da 4mila euro per Bayer spa; attività di consulenza scientifica e di relatore/docente (in vari periodi compresi tra il 2007 e il 2012) da 75.062,50 euro per Aesculap Ag.; attività di docenza e consulenza (in vari periodi tra 2012 e 2014) da 16.280 euro per Johnson&Johnson Medical spa. Per la Procura, "gli incarichi in questione richiedevano uno specifico atto di assenso, per consentire all’amministrazione di scrutinare l’esistenza di situazioni, anche solo potenziali, di conflitto d’interessi con la posizione rivestita dal medico all’interno della struttura pubblica, anche sulla scorta del rilievo che il medico ha rivestito, nel periodo considerato, l’incarico apicale di direttore di struttura complessa di ortopedia e traumatologia".
I giudici lombardi hanno assolto Confalonieri, ma la Procura ha impugnato il verdetto con le stesse motivazioni avanzate in primo grado. Il medico ha replicato sostenendo che l’opzione extramoenia consente "di esercitare attività libero professionale senza alcun limite né in ordine al contenuto dell’attività professionale né in ordine al committente o ai beneficiari di essa né in ordine al volume di affari". La Corte ha concluso che "le attività svolte da Confalonieri in qualità di relatore e responsabile scientifico devono ritenersi escluse dall’obbligo di richiesta di autorizzazione". Tradotto: non deve restituire i 111mila euro guadagnati.