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Atm soffre da tempo di carenze di conducenti di autobus e tram Ma il ricorso agli straordinari è “strutturale“
Milano, 17 febbraio 2025 – Il giudice del lavoro ha condannato Atm a risarcire 16 conducenti per il “danno da usura psico-fisica” procurato loro a causa delle ore di straordinari ai quali sono stati sottoposti. In attesa del deposito delle motivazioni e dell’eventuale impugnazione da parte dell’azienda del trasporto pubblico, controllata dal Comune di Milano, la sentenza della Sezione Lavoro del tribunale cittadino impone alla stessa Atm di liquidare danni per un totale di 271.971 euro. Nel dettaglio, il risarcimento più alto, tra i 16 disposti dal giudice, è di 36.912,71 euro, mentre il più basso è di 1.661,51 euro. Al centro della causa intentata dai 16 conducenti di superficie ci sono, in particolare, le ore di lavoro straordinario garantite dal 2008 al 2022, un arco temporale lungo 14 anni che mette insieme situazioni diverse come si evince anche dal diverso ammontare dei risarcimenti riconosciuti ad ognuno dei ricorrenti. Ad esultare sono i sindacati minori dal punto di vista della rappresentanza ed esponenti del sindacalismo di base: “Una causa pilota e una sentenza sensazionale. Ma è solo l’inizio”.
“Misura strutturale”
Di certo è una sentenza non scontata né così frequente. Una di quelle che può creare un precedente. E, soprattutto, va a toccare un nervo scoperto dell’organizzazione interna non solo di Atm ma di tutte le aziende del trasporto pubblico locale: nelle aziende di questo comparto il ricorso agli straordinari è da tempo strutturale, ampio ed ampiamente diffuso. Il contratto nazionale di lavoro fissa un tetto massimo di ore di lavoro straordinario che possono essere effettuate da conducenti di autobus, tram e metropolitane: non più di 250 all’anno. Ma questa soglia viene spesso superata. In Atm, secondo quanto ricostruito insieme ai rappresentanti dei lavoratori, le ore straordinarie sono pagate il 10% in più rispetto a quelle ordinarie. E i bassi livelli di retribuzione, uniti alle note carenze di personale di guida, hanno fatto sì che il ricorso agli straordinari finisse per diventare ordinario.
Contenimento dei costi
All’azienda conviene ricorrere agli straordinari perché in questo modo riesce a compensare le mancanze di personale ma anche a ridurre i costi: coprire i turni mettendo insieme il lavoro ordinario e straordinario di un solo dipendente conviene più che coprirlo pagando due dipendenti. Anche al lavoratore conviene fare straordinari per rimpolpare uno stipendio-base che consente di fronteggiare a fatica il costo della vita di Milano. Ma evidentemente c’è un limite. Evidentemente le ore di straordinario non sono sempre del tutto concordate. Da qui la causa intrapresa con successo dai 16 conducenti. “Atm – spiegano alcuni sindacalisti – chiede troppi straordinarI: c’è chi in un anno arriva a fare 600-700 ore di lavoro extra. Lo stipendio basso e il basso valore dello straordinario, pagato appena il 10% in più, inducono Atm ad esagerare con la richesta di extra”.