ANDREA GIANNI
Cronaca

"Salve, posso parlarle un attimo?”: raffica di sms e Whatsapp da numeri stranieri dopo l’attacco hacker a Inps Servizi

Milano, messaggi e telefonate preregistrate da Nigeria, Bangladesh, Pakistan e India. A novembre l’attacco informatico. I dipendenti: “Stanchi di dover sopportare tutto questo per uno stipendio di 700 euro al mese”

Uno dei tanti messaggi arrivati dai dipendenti di Inps Servizi

Uno dei tanti messaggi arrivati dai dipendenti di Inps Servizi

Milano – Le telefonate e i messaggi da numeri sconosciuti arrivano, con cadenza quasi quotidiana, da Paesi come Nigeria, India, Indonesia, Pakistan e Bangladesh. “Salve, posso parlarle un attimo?”, è il primo e standardizzato tentativo di contatto, proveniente dall’altra parte del mondo. Bloccare il numero per evitare truffe e offerte commerciali indesiderate serve a poco, perché i messaggi continuano ad arrivare, in automatico, da nuove utenze. “Vibra il telefono a tutte le ore – spiega una milanese, tra i destinatari delle chiamate –. Siamo stanchi di dover sopportare tutto questo, per uno stipendio di 700 euro al mese”.

Una situazione che riguarda dipendenti di Inps Servizi Spa, società controllata dall’ente previdenziale che fu creata per assorbire attraverso un maxi-concorso nel 2022 circa tremila persone, un centinaio solo a Milano, in precedenza dipendenti delle società esterne a cui era stato affidato l’appalto per la gestione del contact center. Operatori che si occupano di fornire assistenza a distanza nelle pratiche di competenza dell’istituto, dalla pensione ai sussidi. “Una vicenda sulla quale gli enti preposti alla vigilanza devono fare chiarezza – è la richiesta dei dipendenti – perché i dati di 3mila operatori sono stati violati con conseguenze che non sono ancora prevedibili”.

Inps Servizi, infatti, tra il 17 e il 18 novembre dell’anno scorso subì un “violento attacco informatico” di tipo ransomware che, secondo la nota diffusa in seguito, è stato respinto e non ha avuto conseguenze sui sistemi informatici Inps. Da allora, però, sono partite la raffiche di messaggi e chiamate preregistrate da numeri sconosciuti dall’altra parte del globo. Lo scorso 31 gennaio Inps Servizi ha inviato una comunicazione ai dipendenti, rendendo noto che l’attacco hacker di novembre ha coinvolto l’archivio con i dati legati al maxi-concorso del 25 maggio 2022. Sarebbero stati sottratti, quindi, anche dati anagrafici, dati di contatto - tra cui i numeri di telefono personali forniti dai partecipanti - e relativi ai titoli di studio. Inps si è attivata per la messa in sicurezza dei dati e ha inviato una segnalazione al Garante della privacy. Dipendenti e sindacati chiedono risposte, perché le telefonate continuano ad arrivare. “Molti colleghi ci segnalano anomale chiamate in entrata – si legge in una nota di Slc-Cgil e Uilcom-Uil – da call center da varie parti del mondo. La paura è tanta, i dati personali sono un valore prezioso. L’azienda ha fatto tutto il possibile per proteggere i dati? I sistemi di sicurezza erano adeguati?”.