
Maria Rosa Sala. dell’Avvocatura. comunale. con Marco. Luciani e Marco Guerra. della Direzione. sicurezza urbana. della polizia locale.
Attività socialmente utili a scopo risarcitorio, per i danni non patrimoniali. È l’idea che il Comune ha reso realtà da una quindicina d’anni: mentre i costi per la pulizia dei monumenti vengono risarciti in forma pecuniaria, dai writer “pizzicati“ dalla polizia locale – e ritenuti poi responsabili delle azioni loro contestate in Tribunale – per rimediare al danno non materiale, quello all’immagine e alla sensibilità dei cittadini, possono lavorare. E, dal 2011 a oggi, le ore complessivamente raggiunte sono oltre 16mila. "Con vantaggi sia per l’amministrazione e sia per le famiglie di questi giovani. Perché alla fine anche questo danno peserebbe altrimenti sulle tasche dei genitori o dei nonni, come succedeva in passato". Lo ha spiegato Maria Rosa Sala, dell’Avvocatura del Comune di Milano, intervenuta al convegno “Graffitismo a Milano. A che punto siamo?“, la settimana scorsa. E c’è un altro vantaggio: "Il 90% di questi ragazzi non torna più a imbrattare. La recidiva è praticamente azzerata". Altro elemento da sottolineare, "il fatto che questi giovani siano valorizzati: gli vengono assegnate attività a seconda delle loro inclinazioni. Lavori sempre a beneficio della collettività, che quindi rappresentano un’utilità per il Comune, in più settori, dai servizi nelle Rsa agli spazi verdi. E un grande plauso va al Centro comunale per la giustizia riparativa e la mediazione penale, che rende possibile tutto questo". L’assessore Marco Granelli (Opere pubbliche e Cura del territorio) ha ricordato anche che l’amministrazione "mette a disposizione degli street artist 100 muri liberi, localizzati in 70 zone, sui quali gli artisti possono esprimersi liberamente". E il presidente del Municipio 4 Stefano Bianco ha evidenziato che "un equilibrio si può e si deve trovare", fermo restando che "le denunce vanno sempre presentate: noi ne riceviamo circa 200 all’anno, soprattutto da Atm, Ferrovie dello Stato e Ferrovie Svizzere. Poche dai cittadini". Lo ha fatto sapere Marco Luciani, commissario capo del Corpo di polizia locale, Direzione sicurezza urbana, affiancato dal vice commissario Marco Guerra. Ed è importante segnalare soprattutto quando è comparsa una determinata scritta, in modo che i ghisa possano più facilmente risalire al responsabile, grazie alle telecamere. Non è sufficiente che ci sia una determinata “tag“, firma, già attribuita in passato a un writer specifico per addossargli la responsabilità di scritte con la stessa sigla: occorrono prove. Il nucleo anti graffiti lo sa bene. Le prove possono arrivare anche dalle perquisizioni, una volta che c’è un sospettato. E i ghisa ne svolgono una quindicina, ogni 2 o 3 mesi. Capita anche che venga rigettata dal Tribunale la richiesta di passare al setaccio i cellulari, perché si avrebbe accesso a tutti i dati del soggetto in questione, non solo a ciò che è inerente ai graffiti. Insomma, mettere un writer con le spalle al muro non è per niente semplice. M.V.