Un picchetto davanti agli istituti Maxwell e Molinari, sostenuto anche dai rappresentanti degli studenti della sede staccata del Vespucci e dal collettivo Cosmo. Tra le mani gli striscioni: "Non siamo pinguini", "Più fondi alle scuole e meno alle guerre". Nel mirino dell’ultima protesta - andata in scena ieri mattina davanti alle scuole di Crescenzago - finisce l’edilizia scolastica. "Siamo stufi di stare in queste condizioni": il grido.
Qualche studente ha fatto lezione, ma la maggior parte si è fermata ai cancelli. "Sono giorni, settimane, anni che ormai veniamo accolti a scuola da spazi non sicuri – scrivono in una nota – con tetti che crollano, piastrelle che si staccano dai muri, porte scardinate o inesistenti, infissi rotti, laboratori non sicuri, perdite dell’impianto di riscaldamento e interni freddissimi: in diverse classi sono stati misurati 13/14 gradi". "Non è una protesta contro le nostre scuole e i presidi – spiega Thomas Rodia, rappresentante degli studenti del Molinari – ma speriamo con questa manifestazione di spingere la Città metropolitana ad intervenire e risolvere questi problemi visto che dopo le ripetute segnalazioni siamo ancora in questa situazione".
Da Città Metropolitana fanno sapere che "da inizio stagione ogni settimana interveniamo sia all’interno che all’esterno, ma oggi (ieri per chi legge, ndr) i nostri tecnici hanno fatto un sopralluogo e la situazione era normale, con impianti funzionanti e aule al caldo, solo alcuni caloriferi da sistemare". Non ci stanno gli studenti: "Nei prossimi giorni ci troveremo in assemblea d’istituto: la situazione sta diventando insostenibile, anche per il personale". Si.Ba.