
Carobollette, colpite in particolare le imprese energivore
Torna a impennarsi la curva della cassa integrazione, dopo mesi di progressivo calo di pari passo con la ripresa dell’economia dal terremoto innescato dalla pandemia. Effetto del caro energia e degli altri fattori di crisi che stanno colpendo le imprese, limando ancora di più gli stipendi. A settembre, secondo un’elaborazione del centro studi Lavoro&Welfare su dati Inps, il ricorso a cassa integrazione o fondi di solidarietà in Lombardia è calato dell’86,08% rispetto allo stesso mese del 2021, quando si avvertiva ancora l’emergenza Covid. L’aumento si avverte però nel confronto mese su mese, con un 9% in più da agosto a settembre 2022, segno delle "conseguenze della penuria e del costo delle materie prime e della crescita vertiginosa del costo dell’energia". Solo nell’artigianato, in Lombardia, sono novemila su circa 220mila i lavoratori che a settembre hanno ricevuto sostegno dal fondo bilaterale Fsba, l’ammortizzatore sociale del settore. Numeri, anche qui, in costante crescita.
«I segnali sono preoccupanti – spiega Alessandro Pagano, segretario generale della Cgil Lombardia – e siamo solo all’inizio dell’ondata. Cominciamo a vedere le conseguenze dell’assenza di una strategia politica per affrontare il momento che stiamo vivendo". Un discorso rivolto anche alla Regione, visto i sindacati avevano chiesto misure straordinarie anti-crisi. Ora Cgil, Cisl e Uil della Lombardia e le associazioni di imprese artigiane (Confartigianato, Cna e Casartigiani) si sono mossi mettendo in campo per i circa 220mila lavoratori di 40mila ditte lombarde del settore che comprende anche parrucchieri ed estetisti un “bonus energia“ di 100 euro per ogni nucleo familiare. Per riceverlo bisognerà presentarsi agli sportelli sindacali con una bolletta del 2022 intestata al lavoratore o a un familiare. Per la misura-pilota di sostegno al reddito sono stati stanziati 1,6 milioni di euro in capo a Elba, l’ente bilaterale lombardo dell’artigianato formato da imprese e sindacati, che in epoca Covid ha già erogato 552 milioni di euro per sostenere i lavoratori delle imprese artigiane in Lombardia. "Un contributo economico significativo ma non sufficiente a recuperare il potere d’acquisto dei salari – spiegano Cgil, Cisl e Uil – che dovranno essere incrementati anche attraverso il rinnovo dei contratti collettivi regionale delle sei categorie interessate che, per irresponsabilità e non rispetto degli accordi sindacali da parte delle associazioni datoriali, non vengono rinnovati da circa cinque anni".
Una boccata d’ossigeno, mentre la crisi continua a erodere i salari in diversi settori. "L’impatto si sta avvertendo in maniera importante anche sul metalmeccanico – spiega Vincenzo Cesare (Uil) - per questo è fondamentale agire con tempestività, prima che sia troppo tardi". Enzo Mesagna, della Cisl Lombardia, parla di un "effetto domino" che sta portando a un aumento del ricorso alla cassa integrazione con "ricadute pesanti sui salari".