ANDREA GIANNI
Cronaca

Auto usate, maxi-truffa e minacce: "Prendo tua moglie e tua figlia"

Banda smantellata dalla Gdf, centinaia di vittime. I racconti: dopo aver ritirato il veicolo annullano il bonifico. Nove indagati, il capo ai domiciliari. "Mi servivano soldi per droga e gioco d’azzardo, voglio risarcire".

Quando uno dei truffati ha provato a protestare, sono iniziate le pesantissime minacce. "So dove abiti – sono le frasi pronunciate da Micu Ursu Florea, riportate nella denuncia –. Una volta ho venduto un’auto a uno, ha provato a fregarmi e gli ho preso la moglie e la figlia. Poi mi ha pagato il doppio dell’importo che mi doveva". Parole che hanno spaventato l’uomo, che infine ha firmato il passaggio di proprietà vendendo a Florea la sua auto, una Volvo XC60, al prezzo di 1700 euro rispetto ai seimila euro inizialmente pattuiti. È solo una delle decine di denunce di persone vittime di raggiri legati alla compravendita di auto usate, sempre con lo stesso schema, commessi da una banda di romeni smantellata dalla Guardia di finanza di Milano, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip Sara Cipolla. Per Micu Ursu Florea, il presunto capo dell’organizzazione, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Per altri sei connazionali, invece, l’obbligo di firma. Sono complessivamente 9 gli indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere, truffa, riciclaggio, estorsione. "I soldi in parte li ho spesi per sostanze stupefacenti e alcol, altri per il gioco, una parte li ho trasferiti attraverso bonifici ai miei familiari", ha spiegato il 38enne Florea al gip, nel corso dell’interrogatorio preventivo. "Spendevo più di mille euro al giorno (...) Sono disposto a risarcire le persone che ho truffato".

Sono oltre 250, secondo le indagini coordinate dalla pm Michela Bordieri, i veicoli usati finiti nelle mani dell’organizzazione tra il 2022 e il 2023, e poi rivenduti a ignari commercianti di auto con un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Florea, presentandosi sotto falso nome, contattava persone, principalmente nel Milanese e in Brianza, che avevano messo in vendita un’auto su diffusissime piattaforme specializzate e marketplace. Dopo aver versato la caparra, una volta perfezionato il passaggio di proprietà, gli acquirenti annullavano il bonifico bancario non istantaneo lasciando i venditori senza i soldi pattuiti. Le auto, divenute formalmente di loro proprietà, venivano poi rivendute, e le somme incassate fatte sparire su conti correnti in Romania intestati a parenti. Chi osava protestare, dopo i mancati pagamenti, veniva sottoposto a pesanti intimidazioni, ripercorse nelle denunce. Minacce telefoniche che "promettevano violenze fisiche nei confronti dei familiari". Una banda, evidenzia la gip nel motivare le misure, caratterizzata da una "spiccata pericolosità" desumibile "non solo dal numero di reati ma anche dal modus operandi".