
Nataly Jhoanna Quintanilla e, nel riquadro, il compagno Pablo Gonzalez Rivas reo confesso dell'omicidio
Milano, 6 marzo 2025 – Numerose ecchimosi sul corpo ed evidenti segni di aggressione. L'ipotesi del soffocamento. Sono i primi esiti dell'autopsia eseguita giovedì 6 marzo 2025 all'istituto di medicina legale di Pavia sul cadavere di Jhoanna Nataly Quintanilla Valle, la baby sitter salvadoregna di 40 anni uccisa dal compagno Pablo Heriberto Gonzalez Rivas nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. Esiti che sembrano smentire la versione del quarantottenne reo confesso, che al gip ha detto di aver spezzato il collo alla convivente durante un gioco erotico finito male. Esiti che invece fanno pensare a un'aggressione a mani nude (non sono stati trovati segni di ferite da arma da taglio), terminata con il soffocamento della donna.
Il ritrovamento
Il corpo della quarantenne è stato ripescato nell'Adda nel primo pomeriggio di domenica 2 marzo: a notarlo, a un metro sotto il livello dell'acqua, sono stati due fratelli romeni che erano lì a pescare con le famiglie. Di Jhoanna non si avevano più notizie da più di un mese. Esattamente dal 28 gennaio, quando la cardiologa che aveva assunto la donna come baby sitter per i suoi figli aveva chiamato i carabinieri per segnalare che non si era presentata al lavoro. Solo tre giorni dopo, Gonzalez si era presentato alla stazione Musocco per sporgere denuncia di scomparsa. Un ritardo che ha subito insospettito i militari del Nucleo investigativo, coordinati dall'aggiunto Maria Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo e guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, che hanno acquisito le immagini delle telecamere dello stabile di piazza dei Daini 4.
Tradito dai filmati
Dall'analisi di quei video, gli investigatori hanno avuto la certezza che la quarantenne era rientrata nel tardo pomeriggio del 24 nel monolocale al piano terra, senza mai uscirne. Negli stessi fotogrammi, si vede Gonzalez che trascina un borsone da palestra molto pesante e lo sistema sui sedili posteriori della Fiat Punto: all'interno, secondo l'accusa, c'era proprio il corpo di Jhoanna, che poi sarebbe stato gettato nell'Adda poco prima delle 20.30 del 25 gennaio.