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Sofia Castelli, l’autopsia conferma: uccisa nel sonno, non ha potuto difendersi

Cologno Monzese, la 20enne ammazzata nel suo letto dal reo confesso Zakaria Aqaoui. L’assassino è in carcere

Zakaria Atqaoui e Sofia Castelli (Foto Instagram)

Zakaria Atqaoui e Sofia Castelli (Foto Instagram)

Cologno Monzese (Milano) – L’autopsia sul corpo di Sofia Castelli confermerebbe quanto confessato dal suo assassino, Zakaria Aqaoui: la 20enne è stata uccisa nel sonno e non ha avuto modo di difendersi. È terminata nel pomeriggio di oggi la prima parte dell'esame autoptico sul corpo della giovane ammazzata nel suo letto, in casa sua a Cologno Monzese dall’ex fidanzato stalker che non si rassegnava alla fine della loro storia. 

L’autopsia

Secondo indiscrezioni i primi esiti medico legali confermerebbero i quattro fendenti al collo e al viso. Il cadavere non presenterebbe invece altre lesioni o ecchimosi compatibili con lo scenario di una prolungata colluttazione. Sotto le unghie, in particolare, non vi sarebbero tracce macroscopiche, mentre sui segni biologici servirà più tempo per un'analisi (l'ex fidanzato presentava graffi al volto quando si è costituito). L'ipotesi più accreditata quindi, al momento, è che la giovane, sorpresa nel sonno, abbia avuto una debole reazione istintiva dopo il primo fendente, subito scemata. La seconda parte dell'autopsia è prevista per domani. 

Il racconto di Zakaria

Prima con Emma Gambardella, pm titolare del fascicolo, poi con la Gip Elena Sechi – che ha disposto – Zakaria Atqaoui ha raccontato le ore e i minuti che hanno preceduto le coltellate fatali. "Ieri pomeriggio sono andato da lei, da Sofia, a prendere le mie cose – ha detto il 23enne italo-marocchino al magistrato – Ho preso le chiavi di suo padre. Mi sono nascosto in casa, dentro l'armadio della camera da letto dei genitori. Le ragazze erano uscite. Sono entrato in casa quando non c'erano persone, verso mezzanotte e mezza. Ho aperto la porta utilizzando le chiavi del padre di Sofia”. L’indagato ha ripercorso anche il momento in cui, a sua detta, sarebbe maturato il proposito omicidiario. “Ho atteso che l'amica di Sofia, Aurora, se ne andasse, ma lei non se n'è andata; lì è scattato qualcosa – ha affermato – Non riesco a spiegare cosa. Ho atteso che le ragazze si addormentassero. Sofia dormiva nella camera dei genitori e Aurora in quella di Sofia. Sono uscito dall'armadio, mi sono recato in cucina, da dove ho afferrato un coltello, poggiato sul lavandino, nel portaposate”.

Le coltellate fatali

Sono i momenti drammatici che preludono alla furia omicida. “Sofia dormiva. Sono tornato in camera da letto e l'ho accoltellata – afferma Atqaoui – Non l'ho svegliata. L'ho colpita mi sembra tre volte sul collo. Poi non ricordo più nulla, mi sono sentito male. Le ferite che ho in volto me le sono procurate in un campo nei pressi del comando di polizia locale di Cologno Monzese, dove sono andato subito per calmarmi e fumare due sigarette. Avevo la nausea, non riuscivo a parlare. Quando mi sono calmato, mi sono recato dalla polizia locale. Ho lasciato il coltello sul letto".