Il climatizzatore da bagno le è caduto addosso, da circa un metro e mezzo di altezza. Le aveva fatto male, ma senza lasciarle segni: solo un’escoriazione sul volto, ma nessun taglio, nessuna ferita evidente. Poi la piccola si è subito ripresa, ha giocato un po’ e si è addormentata. I carabinieri di Mariano Comense, coordinati dal pm Antonia Pavan, hanno ricostruito, per quanto possibile, le circostanze in cui è avvenuto l’incidente domestico costato la vita alla piccola Sharon Barni, la bimba di un anno e mezzo morta lunedì sera all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Quando si è fatta male a metà pomeriggio, era in casa a Cabiate con il compagno della madre, un venticinquenne che vive con loro: lui era di spalle, e ha sentito la bimba tirarsi addosso quel piccolo elettrodomestico a ventola. Un apparecchio in plastica appoggiato sulla sommità di un mobile alto circa un metro e mezzo, con il filo inserito nella presa: non si sa se lo abbia tirato accidentalmente o volontariamente, ma in qualche modo l’ha fatto cadere. L’uomo si è voltato e l’ha vista, ha controllato che non ci fosse qualcosa di grave e si è subito messo in contatto con la mamma di Sharon, al lavoro in un bar. Più volte si sono sentiti per aggiornarsi della condizioni della piccola: si è lamentata per pochi minuti, ma poi ha ripreso subito a giocare.
Più tardi si è addormentata sul divano, e solo dopo qualche ora, verso le 19, si è svegliata. Ma c’era qualcosa che non andava: la bimba stava male, ha vomitato e poi perso i sensi. La coppia ha chiamato il 118, mentre le sue condizioni peggioravano. Il medico ha immediatamente fatto intervenire l’elisoccorso e disposto il trasporto all’ospedale di Bergamo, forse già sospettando quello che stava accadendo: un’emorragia cerebrale. Al pronto soccorso è arrivata in condizioni gravissime, e poco dopo ha smesso di vivere. La ricostruzione di quanto accaduto è apparsa subito molto lineare nella sua banalità: un incidente domestico come ne accadono ogni giorno, anche se il pm ha comunque disposto l’autopsia, atto dovuto per capire fino in fondo cosa sia successo alla bimba. Paola Pioppi