Milano – Ormai è una tradizione per gli abitanti di via Morosini, tra Porta Romana e corso XXII marzo. Il gigantesco pupazzo di neve gonfiabile sul balcone della casa al civico 17. Un’attrazione irresistibile soprattutto per i bambini che ci passano davanti uscendo dalla vicina scuola elementare Morosini-Manara, i cui cancelli sono a poche decine di metri.
Tutto il piano
La maxi decorazione natalizia occupa tutto il primo piano del palazzo ed è composta dal grande pupazzo di neve alto quasi tre metri, affiancato da un abete addobbato e un pinguino in tenuta da neve. Ai lati, sulle finestre dei bovindi, due ulteriori installazioni: un omino di pan pepato e – montato su apposito supporto di legno – una sorta di camino da quale esce, a intervalli regolari, spunta un Babbo Natale. Il tutto, rigorosamente, gonfiabile. Quando cala la sera poi, tutta l’installazione – completata da una bandiera della squadra di calcio londinese dell’Arsenal e una dell’Olimpia Milano di basket – si accende con luci colorate, grazie a un impianto realizzato ad hoc.
La gioia dei bambini
La decorazione, come detto, non è statica. Ma grazie a un meccanismo ad aria si anima a intervalli di una decina di secondi: dall’addobbo laterale esce un piccolo Babbo Natale che saluta. Sul marciapiede di fronte, all’orario di uscita da scuola, si crea sempre un piccolo assembramento di bambini che aspettano proprio il saluto di Santa Claus.
L’autore
La mente, e le braccia, dietro alla grande installazione natalizia è Daniele Amisano, 46 anni. Che nel palazzo anni 20 di via Morosini è nato e cresciuto. “La faccio da tanti anni ormai – racconta – Ogni anno però aggiungo qualcosa. È un modo per rendere più natalizia l’atmosfera della via. Quando ero bambino tutta la via Morosini era illuminata. Poi le luminarie sono scomparse e un po’ di magia, secondo me, si è persa”.
Due ore di lavoro
Per riportare lo spirito natalizio nella via, Amisano ci spende fatica e tempo. “Per montare tutta la struttura ci metto circa un paio d’ore. Ma lo faccio con piacere. Anche perché per i bambini del quartiere ormai è un’attrazione a cui tengono. Un anno che ero malato non sono riuscito a farla per Sant’Ambrogio, e da casa sentivo i bimbi che uscivano da scuola e delusi dicevano ai genitori: ‘Ma il pupazzo non c’è ancora’. Così, insomma, cerco di essere puntuale sempre”.
Celebrità di quartiere
E che la decorazione di Amisano sia una tradizione del quartiere, lo testimonia anche il commento di una passante, mentre l’autore ci sta spiegando la sua opera: “Sei sempre il numero uno!”, dice una signora mentre sale nell’auto parcheggiata di fronte al palazzo. “Sì – ammette Amisano – in effetti, ormai è un appuntamento fisso per il quartiere. Fa sorridere, mette allegria e ci fa tornare tutti un po’ bambini. Niente di meglio per alimentare lo spirito natalizio”.