Scarcerazione, assoluzione in un altro processo, e ora anche una pena dimezzata in appello. "È andata bene", si è limitato a dire il trapper Baby Gang, ai vertici delle classifiche e con milioni di follower sui social, lasciando il Palazzo di giustizia di Milano. La Corte d’Appello, infatti, ha ridotto per il 23enne la condanna, da 5 anni e 2 mesi del primo grado in abbreviato a 2 anni 9 mesi e 10 giorni, nel processo sulla sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino corso Como, nella cuore della movida milanese, in cui rimasero feriti due senegalesi. I giudici hanno condannato tutti gli otto imputati, tra cui pure l’amico trapper Simba La Rue e i ragazzi della loro "crew", ma hanno ridotto sensibilmente le pene, mentre la sostituta pg Daniela Meliota chiedeva le conferme. Per Baby Gang e altri tre, tra cui il manager Chakib Mounir, è stata cancellata "per non aver commesso il fatto" l’accusa di rapina (un borsello preso ai due feriti), rimasta in piedi solo per gli altri quattro. Tuttavia, tra aggravanti cadute e attenuanti generiche riconosciute per tutti, anche equivalenti alle aggravanti, le pene sono scese, come quella di Simba, passata da 6 anni e 4 mesi a 4 anni e 6 mesi, o quella di Ndiaga Faye, colui che materialmente sparò, da 5 anni e 8 mesi a 3 anni, 5 mesi e 10 giorni. "Qua parliamo di processi veri, non è una trovata pubblicitaria, questi ragazzi sono tutti quanti ristretti nella loro libertà personale, sono vicende che hanno un impatto concreto sulle loro vite, non è un gioco", ha spiegato l’avvocato Niccolò Vecchioni.
I difensori hanno chiarito che formalmente per Baby Gang, anche accusato di rissa, lesioni e detenzione di arma clandestina, ed altri è stata disposta dalla Corte la revoca delle misure cautelari per la rapina, ma il trapper resta, comunque, per le altre accuse ai domiciliari. Per Simba La Rue, invece, rimane l’obbligo di dimora. "Chiederemo, comunque, un’ulteriore attenuazione delle misure", hanno precisato gli avvocati, che hanno ribadito di essere "da un lato molto soddisfatti, perché la Corte ha accolto la quasi totalità delle nostre richieste". Per la sparatoria nell’ottobre 2022 erano scattati gli arresti e la pm Francesca Crupi nel processo aveva messo in luce l’intento di "sopraffazione" del gruppo: non hanno rubato perché hanno bisogno di soldi, "come testimoniano i loro contratti e i loro cachet".
Andrea Gianni